Il Crocifisso di san Damiano è un’icona dipinta da un
artista anonimo (probabilmente un monaco) tra il 1000 e il 1050 d.C. e
collocata nella chiesetta di san Damiano, fuori le mura di Assisi.
Davanti a quella croce, nel 1206 Francesco d’Assisi
percepì l’invito a
“riparare la sua casa”, che sappiamo essere non tanto
quella di
mattoni... come attestano le fonti francescane "FF": Davanti a quella croce, nel 1206, il giovane Francesco d’Assisi, mentre pregava:
“Altissimo,
glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio”,
percepì l’invito del Signore: “Non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela!” (3C 13: FF 1411)
Il Crocifisso rimase
a San Damiano
contemplato e custodito
da S. Chiara
e dalle sue
consorelle, finché visse San
UN PRIMO SGUARDO AL CORPO DI GESU'
E' il corpo di Gesù Risorto, sereno, in piedi e con gli occhi aperti: ha vinto la morte. Non ha cancellato i segni della sofferenza, li porta ancora tutti nel corpo: mani, piedi, fianco-costato
IL VOLTO:
Si notino ancora gli occhi aperti. Tra i capelli si vede l'orecchio sinistro:
Gesù ascolta la preghiera di chi lo invoca: “Ricordati di me, Signore, quando entrerai nel tuo Regno” (Lc 23,42).
L'AUREOLA:
E' piena e dorata, simbolo della divinità di Gesù. Al suo interno si scorge una croce, che Gesù Figlio di Dio ha sofferto fino alla morte di croce per la salvezza degli uomini. All'interno della croce c'è un simbolo geometrico
ripetuto tre volte, simobolo della regalità, a dire che Gesù è
venuto ad inaugurare il Regno di Dio. I suoi capelli poggiano sulle spalle divisi in 6 ciocche:
sono i 6 giorni della creazione:
la Risurrezione fa nuova tutta la creazione: cieli nuovi, terra
nuova, uomini nuovi.
IL GREMBIULE:
L'abito di Gesù Risorto è il grembiule/asciugatoio dell'ultima cena. E' l'abito del servo. Il servizio di Gesù prima e del cristiano poi è quello di donare la vita.
I PIEDI DI GESU':
la croce è rovinata e si scorgono difficilmente due personaggi. Probabilmente lì era raffigurata la "discesa agli inferi" (Credo e Sabato Santo). Come nelle icone che riportano questo mistero della Pasqua, Gesù calpesta e scardina le porte della morte e prende per mano (tira fuori/su) Adamo ed Eva.
I PERSONAGGI:
DIO: sta nel punto più alto del Crocifisso. Con la sua mano guida la storia della salvezza. Sotto di Lui vediamo Gesù Risorto (vestito di bianco) che ascende al cielo circondato dagli angeli.
GLI ANGELI: stanno vicino alle braccia di Gesù o meglio: stanno davanti al sepolcro vuoto (lo sfondo nero dietro le braccia di Gesù). Sono coloro che hanno annunciato la risurrezione.
IL CENTURIONE ROMANO:
MARIA E GIOVANNI:
la mano sinistra sotto il mento indica che Maria sta contemplando il mistero della morte e risurrezione di Gesù; con la mano destra ci indica Gesù. Intanto il suo sguardo incrocia quello di Giovanni (il discepolo che l'ha accolta): stanno dialogando con Giovanni. Essi sono segno della Chiesa come nuova famiglia di Gesù.
MARIA MADDALENA E MARIA MADRE DI GIACOMO:
anche la Maddalena è in atteggiamento di meditazione (sarà la prima a incontrare e annunciare Gesù Risorto) mentre Maria madre di Giacomo manifesta stupore. Anche i loro sguardi si incrociano: stanno dialogando. Esse sono segno della Chiesa che segue Gesù nel servizio.
LONGINO E STEFANATO: sono i personaggi più piccoli rispettivamente a sinistra e a destra di Gesù. Longino, soldato romano, secondo il Vangelo apocrifo di Nicodemo è colui che ha trafitto il costato di Gesù con un colpo di lancia. L'altro, Stefanato, è l'ebreo che, secondo il Vangelo di Nicodemo, diede da bere l'aceto a Gesù prima di morire. Essi stanno ad indicare che sotto la croce c’è posto per tutti i popoli, per tutte le lingue, per tutte le culture.
Nella
Settimana Santa del 1957 venne mostrato al pubblico per la prima volta sopra il
nuovo altare nella cappella di San Giorgio nella Basilica di Santa Chiara
d'Assisi.
Vexilla
regis prodeunt
fulget
crucis mysterium,
quo
carne carnis conditor
suspensus
est patibulo.
Quo,
vulneratus insuper
mucrone
diro lanceae,
ut
nos lavaret crimine,
manavit
unda et sanguine.
Arbor
decora et fulgida,
ornata
regis purpura,
electa,
digno stipite
tam
sancta membra tangere!
Beata,
cuius bracchiis
saecli
pependit pretium;
statera
facta est corporis
praedam
tulitque tartari.
Salve
ara, salve victima,
de
passionis gloria,
qua
vita mortem pertulit
et
morte vitam reddidit.
O
Crux ave, spes unica!
hoc
passionis tempore
piis
adauge gratiam
reisque
dele crimina.
Te,
fons salutis Trinitas,
collaudet
omnis spiritus;
quos
per crucis mysterium
salvas,
fove per saecula. Amen.
Vexilla
regis prodeunt
(Venanzio
Fortunato + 606)
Da Vangelo secondo Giovanni: (19,17-19.25-37).
25Stavano
presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèopa e Maria
di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che
egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al
discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Presero
Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in
ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e
uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscrizione e la fece
porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei»…
…28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per
adempiere la Scrittura:«Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero
perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono
alla bocca... 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «E’ compiuto!». E, chinato
il capo, consegnò lo spirito.
31Era
il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla
croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero
a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero
dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati
crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto,
non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il
fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
35Chi
ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il
vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la
Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura
dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
La
figura centrale è quella di Gesù in croce, le braccia aperte a bilancia per
risollevarci dal nostro peccato: “statera facta est corporis, predam tulitque
Tartari”.
Come
ci ricorda S. Paolo (Fil 2) è il Cristo che non ha considerato un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio, ma ha spogliato se stesso, facendosi obbediente
fino alla morte di croce.
In basso (la scena è rovinata) era raffigurato
Gesù che discende agli inferi per liberare dalla morte i progenitori, i
patriarchi, l’umanità.
Sotto la mano del Padre vediamo Gesù innalzato
nella gloria (il cerchio) “ad dexteram Dei Patris”, che riceve l’adorazione
gioiosa delle schiere celesti.
In
alto nella lunetta si trova la mano del Padre: Colui dal quale Gesù è venuto e
al quale ritorna, colui che lo ha innalzato e dona lo Spirito, perchè il
mistero pasquale si compia in noi.
la
croce (Salvatore crocifisso),
il
quincus (Re e Signore).
Al
centro Gesù in croce, con la corona di gloria ricca di elementi simbolici:
Sei
ciocche di capelli (sei come i giorni della creazione) pendono sulle spalle,
perché si sta realizzando la nuova creazione.
Tutto
è stato creato per mezzo di Lui e per Lui tutto è creato nuovamente.
L’orecchio
“scoperto” ci comunica che il Crocifisso è colui che ascolta la nostra
supplica.
Dalla
Pasqua nasce la Chiesa
Dal
costato aperto escono sangue ed acqua, elementi che contengono il simbolismo
del Battesimo, dello Spirito e dell’Eucaristia, i doni dai quali nasce e dei
quali si nutre la Chiesa-Popolo di Dio.
Sotto
il costato aperto la Madre e il discepolo amato: ancora un’immagine della
Chiesa, famiglia di Dio che nasce dal dono pasquale del Crocifisso.
Attorno
ai fianchi di Gesù il “linteum”, il grembiule del servizio indossato durante la
lavanda dei piedi, il segno del servizio estremo, quello di chi dà la vita per
amore:
“Quello
che io faccio lo capirai dopo... Come ho fatto io, così anche voi…” (Gv 13).
Dal
Figlio-Servo alla Chiesa-serva grazie ai discepoli-servi.
Il
tema è ripreso coi personaggi a destra Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo
che hanno seguito Gesù nel servizio.
Il
Centurione il primo (pagano) a riconoscere nel Crocifisso il Figlio di Dio e la
folla accorsa a vedere lo “spettacolo”, manifestano la Chiesa come comunità dei
credenti in Gesù Cristo.
I
due personaggi più piccoli sono:
a
sinistra Longino, il soldato che trafigge il costato di Gesù e – raggiunto da
una goccia del suo sangue – recupera la vista;
e
a destra Stefanato, servitore del tempio che – dissetando Gesù – diventa
servitore del nuovo tempio.
Nel
Crocifisso che distrugge l’inimicizia la Chiesa unisce le genti (Ef 2).
Le
posizioni delle mani: l’invito che ci rivolgono i personaggi sulla croce
La
mano sotto il mento = Meditare: Maria e la Maddalena ci invitano a essere
persone capaci di sostare sul mistero e meditarlo, perché altrimenti avremo una
comprensione superficiale della croce.
Il
gesto di stringere il lembo del mantello:
Giovanni
che stringe il mantello con la mano sinistra e la Maddalena con la destra,
esprimono la partecipazione alla sofferenza.
Il
Centurione, il primo (pagano) a riconoscere nel Crocifisso il Figlio di Dio,
accompagna la professione di fede con il simbolismo della mano: tre dita aperte
per esprimere la fede trinitaria e due dita piegate per esprimere la fede nelle
due nature di Gesù Crocifisso, vero Dio e vero uomo.
Nella
mano sinistra il rotolo senza sigillo, perché nel Crocifisso le Scritture si
compiono e diventano comprensibili.
La
folla accorsa a vedere lo “spettacolo” ci insegna la contemplazione del mistero
di Gesù in croce come via alla conversione, infatti torneranno a casa “percuotendosi
il petto” (Lc 23,48).
I
simboli nascosti che ci parlano del mistero
All’altezza
della gamba sinistra di Gesù crocifisso si trova un volatile: un gallo o più
probabilmente una fenice (perchè sotto c’è un fuoco), emblema della
risurrezione di Gesù.
Tutto
attorno al Crocifisso dei fregi che sono i cirri delle viti, a indicare che per
vivere in modo autentico la propria vita cristiana e portare frutto occorre
restare aggrappati al mistero pasquale.
Preghiamo
davanti al Crocifisso con San Francesco FF 276
Altissimo
glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio e damme fede retta, speranza
certa e carità perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo
santo e verace comandamento. Amen
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