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IL CROCIFISSO DI SAN DAMIANO

IL CROCIFISSO DI SAN DAMIANO

Il Crocifisso di san Damiano è un’icona dipinta da un artista anonimo (probabilmente un monaco) tra il 1000 e il 1050 d.C. e collocata nella chiesetta di san Damiano, fuori le mura di Assisi.

Davanti a quella croce, nel 1206 Francesco d’Assisi percepì l’invito a

“riparare la sua casa”, che sappiamo essere non tanto quella di

mattoni... come attestano le fonti francescane "FF": Davanti a quella croce, nel 1206, il giovane Francesco d’Assisi, mentre pregava:

“Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio”,

percepì l’invito del Signore: “Non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela!” (3C 13: FF 1411)




Il  Crocifisso  rimase  a  San  Damiano  contemplato  e  custodito  da  S.  Chiara  e  dalle  sue  consorelle, finché  visse San

ta Chiara (1253). Nel 1257 le clarisse si trasferirono all’interno delle mura di Assisi e il crocifisso venne portato in città, nella basilica di Santa Chiara, dove si trova tutt’ora.




 

 

UN PRIMO SGUARDO AL CORPO DI GESU'

 

E' il corpo  di  Gesù  Risorto,  sereno,  in  piedi  e  con gli occhi aperti: ha  vinto  la  morte.  Non ha cancellato i segni  della sofferenza, li porta ancora tutti nel corpo: mani, piedi, fianco-costato









 IL VOLTO:

Si notino ancora gli occhi aperti. Tra i capelli si vede  l'orecchio  sinistro:

Gesù ascolta  la  preghiera  di  chi  lo invoca:  “Ricordati  di  me,  Signore,  quando entrerai nel tuo Regno” (Lc 23,42).

L'AUREOLA:

 

E' piena  e  dorata,  simbolo  della  divinità  di Gesù.  Al  suo interno  si  scorge  una  croce,  che  Gesù  Figlio  di Dio  ha  sofferto  fino  alla  morte  di  croce  per  la  salvezza  degli uomini. All'interno della  croce  c'è  un  simbolo  geometrico

ripetuto  tre  volte,  simobolo  della  regalità,  a  dire  che  Gesù  è

venuto ad inaugurare il Regno di Dio. I suoi capelli poggiano sulle spalle divisi in 6 ciocche:

sono i 6 giorni della creazione:

la  Risurrezione  fa  nuova  tutta  la  creazione:  cieli  nuovi,  terra

nuova, uomini nuovi.

IL    GREMBIULE:

L'abito    di    Gesù    Risorto    è    il  grembiule/asciugatoio dell'ultima cena. E' l'abito del servo. Il servizio  di  Gesù  prima  e  del cristiano poi è quello di donare la vita.




I  PIEDI  DI  GESU':

 

la  croce  è  rovinata  e  si  scorgono  difficilmente  due  personaggi.  Probabilmente  lì  era raffigurata  la  "discesa  agli  inferi"  (Credo  e  Sabato  Santo).  Come  nelle  icone  che  riportano  questo mistero della Pasqua, Gesù calpesta e scardina le porte della morte e prende per mano (tira fuori/su) Adamo ed Eva.

I PERSONAGGI: 

DIO: sta nel punto più alto del Crocifisso.   Con   la   sua   mano guida   la   storia   della   salvezza. Sotto di Lui vediamo Gesù Risorto (vestito di bianco) che ascende al cielo circondato dagli angeli.

GLI ANGELI: stanno vicino alle braccia di Gesù o meglio: stanno davanti al sepolcro vuoto (lo sfondo nero dietro le braccia di Gesù). Sono coloro che hanno annunciato la risurrezione.

IL CENTURIONE ROMANO:


 è colui che, vedendo morire Gesù, farà la professione di fede: "Veramente costui era  Figlio  di Dio"(Mc 15,39).

MARIA   E   GIOVANNI:



la mano sinistra sotto il mento indica   che   Maria   sta   contemplando il mistero della morte e risurrezione   di   Gesù; con   la mano   destra   ci   indica   Gesù. Intanto il suo sguardo incrocia quello di Giovanni (il discepolo che l'ha accolta): stanno dialogando con Giovanni.  Essi sono segno della Chiesa come nuova famiglia di Gesù.

MARIA   MADDALENA   E   MARIA   MADRE   DI GIACOMO:



anche la Maddalena è in atteggiamento di meditazione (sarà la prima a incontrare e annunciare Gesù Risorto) mentre Maria madre di  Giacomo manifesta stupore. Anche i loro sguardi si incrociano: stanno dialogando.  Esse sono segno della Chiesa che segue Gesù nel servizio.

LONGINO E STEFANATO: sono i personaggi più piccoli   rispettivamente   a   sinistra   e   a   destra   di   Gesù. Longino, soldato romano, secondo il Vangelo apocrifo di Nicodemo è colui che ha  trafitto  il  costato  di  Gesù  con  un colpo  di  lancia.  L'altro, Stefanato, è l'ebreo che, secondo il Vangelo di Nicodemo, diede da bere l'aceto a Gesù prima di morire. Essi stanno ad indicare che sotto la croce c’è posto per tutti i popoli, per tutte le lingue, per tutte le culture.

Nella Settimana Santa del 1957 venne mostrato al pubblico per la prima volta sopra il nuovo altare nella cappella di San Giorgio nella Basilica di Santa Chiara d'Assisi.

Vexilla regis prodeunt

fulget crucis mysterium,

quo carne carnis conditor

suspensus est patibulo.

Quo, vulneratus insuper

mucrone diro lanceae,

ut nos lavaret crimine,

manavit unda et sanguine.

Arbor decora et fulgida,

ornata regis purpura,

electa, digno stipite

tam sancta membra tangere!

Beata, cuius bracchiis

saecli pependit pretium;

statera facta est corporis

praedam tulitque tartari.

Salve ara, salve victima,

de passionis gloria,

qua vita mortem pertulit

et morte vitam reddidit.

O Crux ave, spes unica!

hoc passionis tempore

piis adauge gratiam

reisque dele crimina.

Te, fons salutis Trinitas,

collaudet omnis spiritus;

quos per crucis mysterium

salvas, fove per saecula. Amen.

Vexilla regis prodeunt

(Venanzio Fortunato + 606)

 

Da Vangelo secondo Giovanni: (19,17-19.25-37).

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei»…

 

…28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura:«Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca... 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «E’ compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

 Sull’icona è raffigurato tutto il Mistero pasquale:

La figura centrale è quella di Gesù in croce, le braccia aperte a bilancia per risollevarci dal nostro peccato: “statera facta est corporis, predam tulitque Tartari”.

Come ci ricorda S. Paolo (Fil 2) è il Cristo che non ha considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma ha spogliato se stesso, facendosi obbediente fino alla morte di croce.

 

 In basso (la scena è rovinata) era raffigurato Gesù che discende agli inferi per liberare dalla morte i progenitori, i patriarchi, l’umanità.

 Sotto la mano del Padre vediamo Gesù innalzato nella gloria (il cerchio) “ad dexteram Dei Patris”, che riceve l’adorazione gioiosa delle schiere celesti.

In alto nella lunetta si trova la mano del Padre: Colui dal quale Gesù è venuto e al quale ritorna, colui che lo ha innalzato e dona lo Spirito, perchè il mistero pasquale si compia in noi.


l’oro (Figlio di Dio),                         

la croce (Salvatore crocifisso),

il quincus (Re e Signore).

Al centro Gesù in croce, con la corona di gloria ricca di elementi simbolici:



 



Anche il “titulus crucis” cioè la scritta con il motivo della condanna: “Iesus Nazarenus Rex Iudeoru(m)” 

collocata sopra il capo di Gesù da Pilato e contestata dai capi del popolo rivela in realtà la regalità del Crocifisso.

Sei ciocche di capelli (sei come i giorni della creazione) pendono sulle spalle, perché si sta realizzando la nuova creazione.

Tutto è stato creato per mezzo di Lui e per Lui tutto è creato nuovamente.

 

Gli occhi grandi sono quelli del buon pastore che giudica con misericordia,

L’orecchio “scoperto” ci comunica che il Crocifisso è colui che ascolta la nostra supplica.

 

Dalla Pasqua nasce la Chiesa

Dal costato aperto escono sangue ed acqua, elementi che contengono il simbolismo del Battesimo, dello Spirito e dell’Eucaristia, i doni dai quali nasce e dei quali si nutre la Chiesa-Popolo di Dio.

Il costato aperto è compimento delle profezie: manifesta il Cristo come il vero agnello pasquale e come colui verso il quale volgere lo sguardo e lasciarsi attirare.

 

Sotto il costato aperto la Madre e il discepolo amato: ancora un’immagine della Chiesa, famiglia di Dio che nasce dal dono pasquale del Crocifisso.

Ai lati delle braccia gli angeli,

testimoni delle nozze del Cristo, che ama la Chiesa-Sposa dando per lei la propria vita invitano a guardare a Lui (S. Gregorio di Nissa).

Attorno ai fianchi di Gesù il “linteum”, il grembiule del servizio indossato durante la lavanda dei piedi, il segno del servizio estremo, quello di chi dà la vita per amore:

“Quello che io faccio lo capirai dopo... Come ho fatto io, così anche voi…” (Gv 13).

Dal Figlio-Servo alla Chiesa-serva grazie ai discepoli-servi.

 

Il tema è ripreso coi personaggi a destra Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo che hanno seguito Gesù nel servizio.

Il Centurione il primo (pagano) a riconoscere nel Crocifisso il Figlio di Dio e la folla accorsa a vedere lo “spettacolo”, manifestano la Chiesa come comunità dei credenti in Gesù Cristo.

I due personaggi più piccoli sono:

a sinistra Longino, il soldato che trafigge il costato di Gesù e – raggiunto da una goccia del suo sangue – recupera la vista;

e a destra Stefanato, servitore del tempio che – dissetando Gesù – diventa servitore del nuovo tempio.

Nel Crocifisso che distrugge l’inimicizia la Chiesa unisce le genti (Ef 2).

 

Le posizioni delle mani: l’invito che ci rivolgono i personaggi sulla croce

Indicare: Maria e Giovanni

ci invitano a tenere fisso su Gesù il nostro sguardo, per metterlo al centro della nostra vita.

 

La mano sotto il mento = Meditare: Maria e la Maddalena ci invitano a essere persone capaci di sostare sul mistero e meditarlo, perché altrimenti avremo una comprensione superficiale della croce.



Il gesto di stringere il lembo del mantello:

Giovanni che stringe il mantello con la mano sinistra e la Maddalena con la destra, esprimono la partecipazione alla sofferenza.

 


Maria madre di Giacomo, con lo sguardo verso il Crocifisso, l’avambraccio sollevato e la mano aperta manifesta lo stupore di chi sa meravigliarsi di fronte al mistero dell’amore.

Il Centurione, il primo (pagano) a riconoscere nel Crocifisso il Figlio di Dio, accompagna la professione di fede con il simbolismo della mano: tre dita aperte per esprimere la fede trinitaria e due dita piegate per esprimere la fede nelle due nature di Gesù Crocifisso, vero Dio e vero uomo.

Nella mano sinistra il rotolo senza sigillo, perché nel Crocifisso le Scritture si compiono e diventano comprensibili.

 

La folla accorsa a vedere lo “spettacolo” ci insegna la contemplazione del mistero di Gesù in croce come via alla conversione, infatti torneranno a casa “percuotendosi il petto” (Lc 23,48).

I simboli nascosti che ci parlano del mistero

All’altezza della gamba sinistra di Gesù crocifisso si trova un volatile: un gallo o più probabilmente una fenice (perchè sotto c’è un fuoco), emblema della risurrezione di Gesù.

 

All’esterno le foglie di acanto,

per richiamare la trasformazione del creato, attraverso il mito del cardo che perde le spine e diventa acanto: il Cristo pasquale rinnova il creato e il senso del lavoro.

Tutto attorno al Crocifisso dei fregi che sono i cirri delle viti, a indicare che per vivere in modo autentico la propria vita cristiana e portare frutto occorre restare aggrappati al mistero pasquale.

Preghiamo davanti al Crocifisso con San Francesco FF 276

Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio e damme fede retta, speranza certa e carità perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen

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