XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
VANGELO
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.
LA PAROLA AI PADRI
LA SALITA VERSO GERUSALEMME
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui
sarebbe stato tolto dal mondo si diresse decisamente verso Gerusalemme (9, 51).
Questo passo
rappresenta una svolta nel Vangelo di Luca perché Gesù inizia il suo viaggio verso
la morte a Gerusalemme. Il suo essere tolto dal -mondo si riferisce a tutto quello
che fa per la nostra redenzione: passione, risurrezione e ascensione
(Cirillo di Alessandria).
9, 51 Gesù si
dirige deciso verso Gerusalemme
Passione, risurrezione e ascensione È scritto: Quando si compivano per lui i giorni in cui doveva essere tolto, si volse a Gerusalemme. Questo significa che, dopo che egli avesse sopportato la sua salvifica passione per noi, sarebbe venuto un tempo in cui sarebbe asceso al cielo per abitare con Dio Padre e così decise di recarsi a Gerusalemme. Questo è, credo, il significato di si volse.
(Cirillo di Alessandria,
Commento a Luca, omelia 56)
GESU NON È ACCOLTO
IN SAMARIA
9,52-56 Comincia il viaggio per Gerusalemme
I discepoli inviati in Samaria
per la loro preparazione
Sarebbe falso affermare che il nostro Salvatore non sapesse quello che sarebbe accaduto, perché egli sa tutto. Naturalmente sapeva che i Samaritani non avrebbero accolto i suoi messaggeri; non poteva esserci dubbio su questo. Perché dunque comandò loro di andare avanti a lui?
Era sua abitudine di
far del bene con diligenza ai santi apostoli in ogni modo possibile e per questo
era suo costume talvolta metterli alla prova. [...]Anche in questa occasione
egli li ha messi alla prova.
Sapeva che i Samaritani
non avrebbero ricevuto coloro che venivano avanti ad annunciare che sarebbe
stato con loro.
Egli pure ha permesso
loro di andare perché anche questo fosse modo di beneficare i santi apostoli.
Quale era il suo proposito facendo così? Egli stava salendo a Gerusalemme, perché il tempo della sua passione si stava ormai avvicinando. Stava per affrontare il disprezzo dei Giudei; stava per essere distrutto dagli scribi e dai farisei e soffrire quelle cose che gli inflissero quando arrivarono a compiere tutta la loro violenza e malvagia audacia. Non voleva che fossero colpiti quando lo avrebbero visto soffrire. Voleva anche che fossero pazienti e non si lamentassero eccessivamente anche se il popolo li avrebbe trattati aspramente. Egli, per così dire, rese l'odio dei Samaritani un esercizio preparatorio per questo. [...]
Per il loro
vantaggio rimproverò i discepoli e dolcemente contenne la durezza della loro
ira, non permettendo loro di adirarsi violentemente contro quelli che avevano
peccato. Li persuase piuttosto ad essere pazienti e custodire un animo alieno
dal turbarsi per cose del genere.
(Cirillo di Alessandria,
Commento a Luca, omelia 56)
I discepoli devono
prepararsi a essere respinti
Essi avrebbero
insegnato al mondo intero e avrebbero viaggiato per città e villaggi,
proclamando dovunque la buona novella della salvezza.
Necessariamente, cercando di compiere la loro missione, sarebbero incappati in popoli malvagi che avrebbero respinto l’annuncio divino e non avrebbero ricevuto Gesù. [...] Egli fece questo in modo che essi comprendessero che, come ministri dell'annuncio divino, dovevano essere pieni di pazienza e mitezza, non di spirito di rivalsa; non dovevano abbandonarsi all'ira e attaccare aspramente quelli che li avessero offesi.
(Cirillo di Alessandria,
Commento a Luca, omelia 56)
ESIGENZE DELLA VOCAZIONE
APOSTOLICA
9,57-62 Caratteristiche
del discepolo
L'aspirante discepolo
Ti seguirò dovunque andrai. Dichiarazione esplicita, ma superba.
Il Signore, infatti, doveva affrontare la passione, discendere agli inferi, salire
al cielo. Forse la fragilità umana lo può accompagnare dappertutto? Questa è una
stolta presunzione, piuttosto che una devota confessione, perché anche
all'apostolo Pietro, che credeva di seguire dappertutto il Salvatore, il Signore
dice: Dove vado io, non puoi seguirmi (Gv 13, 36).
(Massimo di Torino,
Sermoni 41, 3)
L'aspirante discepolo è simile
alla volpe
Vedete a che cosa
sia acutamente paragonato! Infatti questa specie di animale è ingannatrice e
sempre intenta alle insidie, dedita alle rapine con l'inganno, poiché non consente
che niente sia sicuro, niente sia tranquillo, niente sia senza preoccupazioni, dato
che cerca la preda persino tra le case degli uomini. Penso che questo paragone
sia stato scritto non solo per lui, ma anche per molti cristiani che confessano
il Signore con la bocca, nella condotta, invece, si comportano con la falsità
delle volpi. Ogni cristiano, infatti, che vuole nascondere i propri peccati,
spiritualmente è una volpe. Come la volpe per i suoi inganni rimane in luoghi
nascosti, così anche il peccatore, tacendo, per la consapevolezza che ne ha si
appiatta nella fossa dei suoi peccati.
(Massimo di
Torino, Sermoni 41, 4)
I doveri umani devono lasciare
spazio al discepolato cristiano
L’uomo disse: Lascia
che prima vada a seppellire mio padre. Il Signore rispose: Lascia che i morti
seppelliscano i loro morti: ma va' e predica il regno di Dio. Un altro uomo
disse: Lascia che prima sistemi i miei affari a casa. Egli lo rimproverò
con una severa ammonizione, dicendo: Nessuno che mette mano all'aratro e poi
si volge indietro è adatto al regno di Dio. Da questo si può capire che i
doveri umani, quando fanno differire anche di poco la ferma obbedienza dovuta
al Signore, sono estranei, anche se sembrano ragionevoli, al desiderio di
diventare suo discepolo.
(Basilio di Cesarea,
Sul battesimo I, I, 4)
Amare Dio più del padre e
della madre
Lascia che i morti seppelliscano i loro morti ma va' e predica il
regno di Dio.
Non c'è dubbio che
ci fossero altri che vegliavano e che erano parenti di suo padre; li considero
morti perché non hanno ancora creduto in Cristo e non sono stati capaci di
ricevere la nuova nascita a vita incorruttibile con il santo battesimo. Dice: «Lasciate
che seppelliscano i loro morti», perché hanno in loro un animo morto e non sono
stati ancora annoverati fra coloro che possiedono la vita che è in Cristo». Sappiamo
da questo che il timore di Dio deve essere posto al di sopra anche del rispetto
e dell'amore dovuti ai genitori.
La legge di Mosè,
in primo luogo, comandava di amare il Signore Dio con tutta l’anima; con
tutta la mente e con tutto il cuore (cf. Dt 6, 5) e poneva per secondo l’onore
dovuto ai genitori, dicendo: Onora tuo padre e tua madre.
(Cirillo di
Alessandria, Commento a Luca, omelia 58)
Non tornare al mondo.
Ammonendoci e
insegnandoci così nel suo Vangelo, perché non ci volgessimo di nuovo al diavolo
e al mondo al quale avevamo rinunciato e dal quale eravamo fuggiti, dice: Nessuno
che mette mano all'aratro e si volge indietro è adatto per il regno di Dio. E
ancora: E chi' è nel campo non si' volti indietro. Ricordatevi della moglie di
Lot (Lc 17, 31-32). E perché nessuno sia ritardato nel seguire Cristo dal
desiderio o dalla dolcezza dei suoi ha aggiunto: Colui che non rinunzia a tutto
quello che possiede non può essere mio discepolo.
(Cipriano, A
Fortunato 5)
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