DOMENICA DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO C); VANGELO LUCA 9, 11-17- CON I PADRI DELLA CHIESA
DOMENICA DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO C)
+Vangelo Lc 9,11-17
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LA PAROLA AI PADRI
Insegnamento e guarigione precedono
il miracolo
Ecco infatti che
avvicinandosi la Pasqua, la festa dei Giudei, il Signore non solo con la parola
di salvezza ma anche con l’opera della guarigione solleva lo spirito della
moltitudine che lo seguiva.
Infatti, come scrive un altro evangelista, si mise a parlare loro del regno di Dio e a curare quelli che avevano bisogno di essere guariti', e completati gli insegnamenti e le guarigioni, li ristorò abbondantemente con pochi cibi.
(Beda, Omelie
sul Vangelo 2, 2)
Quelli che ricevono il cibo di
Cristo sono prima guariti
Qual è il motivo per cui, mentre la passione di Giovanni viene descritta dopo, qui invece, dalle parole di Erode, egli è presentato già come morto? Non forse questo, che, venuta a mancare la Legge, ilcibo evangelico comincia a nutrire i cuori affannati dei popoli? [ .. . ]
Era dunque logico
che egli con nutrimenti spirituali salvasse dal digiuno quanti aveva guarito
dal dolore delle loro ferite.
Perciò nessuno
riceve il nutrimento di Cristo se prima non è stato risanato, e coloro che sono
invitati alla cena, sono prima risanati da quell'invito. Se c'era uno zoppo, questi,
per venire, avrebbe conseguito la possibilità di camminare; se c'era qualcuno privo
del lume degli occhi, certo non sarebbe potuto entrare nella casa del Signore senza
che gli fosse stata ridata la luce.
(Ambrogio, Esposizione
del Vangelo secondo Luca 6, 69-70)
9, 12-15 Preparazione
Il miracolo della manna
Il nutrire la
moltitudine nel deserto da parte di Cristo è degno di ogni
ammirazione. Ma
porta giovamento anche in un altro modo. Possiamo vedere chiaramente che questi
nuovi miracoli sono in armonia con quelli dei tempi antichi. Sono atti di una
sola e medesima potenza.
Egli ha fatto piovere la manna nel deserto sopra agli Israeliti; ha dato loro pane dal cielo: Gli uomini hanno mangiato il cibo degli angeli (Sal 77, 25), secondo le parole di lode dei Salmi. Ma osservate: egli ha fornito di nuovo cibo abbondante a coloro che ne avevano bisogno nel deserto. Egli lo ha fatto scendere come dal cielo.
Moltiplicare
quella piccola quantità di cibo molte volte e nutrire una così grande moltitudine
con niente, per così dire, è simile a quel primo miracolo.
(Cirillo di
Alessandria, Commento a Luca, omelia 48)
I cinque libri di Mosè
I cinque pani
significano i cinque libri di Mosè. Giustamente essi non sono di frumento, ma
di orzo, perché appartengono al Vecchio Testamento. Ora, voi sapete che l'orzo
è fatto in modo che con fatica si arriva al midollo, poiché il midollo è
ricoperto da un involucro di paglia così tenace e aderente che si fa fatica a
toglierlo.
Così è la lettera del
Vecchio Testamento: è avvolta nell'involucro di significati materiali. Però se
si arriva al midollo, nutre e sazia.
(Agostino, Commento
al Vangelo di Giovanni 24,5)
Spiegazione del mistero dei
pani
Non è senza significato il numero, non senza significato la successione dei fatti, non senza significato gli avanzi di quanti avevano mangiato. Perché molti di più, cioè cinquemila, sono saziati con cinque pani, vale a dire con un numero minore, mentre quando sono di meno, cioè quattromila (cf. Mt 15, 38), sono nutriti con sette pani, con un numero cioè più abbondante? Se ci atteniamo unicamente al fatto prodigioso in sé, è cosa veramente degna di Dio che da una misura minore si sia avuto in abbondanza per molti di più. Perché mai, dunque, il meno, come se avesse il sopravvento, è stato aggiunto al più? Infatti abbiamo letto che prima cinquemila persone furono saziate con cinque pani, poi ancora quattromila con sette pani. Indaghiamo dunque il mistero che il miracolo ci presenta.
Dunque, sembra che
quei cinquemila, e li direi i cinque sensi del corpo, abbiano preso da Cristo
un nutrimento ancor troppo simile alle cose materiali. [...] Non è senza valore
questo pane dei sabati, pane santificato, pane del riposo. E forse, se dapprima
avrai mangiato materialmente i cinque pani, non avrò timore di aggiungere: dopo
i cinque pani e i sette (cf. Mt 15, 32), la terza volta, mai sulla terra
mangerai gli otto pani, come fanno coloro che stanno in cielo; infatti, come i sette
pani sono i pani del riposo, così gli otto pani sono i pani della risurrezione.
Per tale motivo, costoro, che vengono nutriti con i sette pani, ebbero la costanza di durarla per tre giorni, e forse hanno conseguito pienamente la fede e la sicurezza della futura risurrezione. Del resto, così dicono gli eletti: Cammineremo per tre giorni e poi banchetteremo per il Signorenostro Dio (Es 5, 3).
(Ambrogio, Esposizione
del Vangelo secondo Luca 6;79-80)
9, 16 Il miracolo
Il pane è la parola di Dio che
cresce misticamente
Invece questo pane che Gesù spezza -e in senso mistico è senz'altro il Verbo di Dio e il parlare di Cristo - mentre si divide, cresce; egli infatti con parole scarne amministrò un cibo che fu sovrabbondante per tutti i popoli. Ci ha dato le sue parole come pane, che mentre le assaggiamo ci si moltiplicano in bocca. Questo pane, inoltre, si ammucchia palesemente anche se in modo incredibile mentre si spezza, mentre si distribuisce, mentre si mangia, e non se ne avverte alcun calo.
[...] Invece i
doni di Cristo sembrano di poco pregio, mentre invece sono straordinari, e poi
non vengono fatti a una sola persona, bensì a popoli interi; infatti quel cibo
cresceva nella bocca di quanti lo mangiavano, e sembrava un cibo dato per nutrire
il corpo, mentre si prendeva come cibo della salvezza eterna.
(Ambrogio, Esposizione
del Vangelo secondo Luca 6,86;6,88)
Cristo deve ancora nutrirli
con cibo più potente
Dappertutto,
pertanto, viene rispettato l’ordinato svolgimento del mistero: prima si
provvede il rimedio alle ferite mediante la remissione dei peccati, successivamente
l'alimento della mensa celeste vien dato in abbondanza, sebbene questa folla
non sia ancora saziata da cibi più sostanziosi, né quei cuori ancor digiuni di una
fede più ferma siano nutriti col Corpo e col Sangue di Cristo. Vi' ho dato da
bere latte, dice, non cibo, perché ancora non ne eravate capaci e
neanche adesso lo siete (1 Cor 3, 2). I cinque pani corrispondono al latte,
il cibo sostanzioso è il Corpo di Cristo, la bevanda più forte è il Sangue del
Signore (cf. Lc 22, 19-20).
Non cominciamo subito
a mangiare ogni cosa né a bere ogni cosa. Bevi prima questo, dice. Vi è
dunque qualcosa da bere per primo, e qualcosa in secondo luogo.
Vi è anche un
pasto iniziale, poi un secondo, poi un terzo. La prima volta i pani sono ·cinque,
la seconda sette (cf. Mt 15, 34), alla terza ecco il Corpo stesso di
Cristo.
Non abbandoniamo perciò
per nessuna ragione un tale Signore, che si degna di darci i cibi in
proporzione delle nostre forze, perché non avvenga che un alimento troppo sostanzioso
sia pesante per una persona debole, o alimenti insufficienti non riescano a saziare
una persona robusta.
(Ambrogio, Esposizione
del Vangelo secondo Luca 6, 71-72)
Il miracolo prefigura
l'eucaristia
Ha pure un significato mistico il fatto che il popolo viene saziato durante quel pasto, mentre gli apostoli lo servono (cf. Mt 14, 19; 15, 36; Mc 6, 42): in quell’essere saziati vien dato il segno che la fame è stata eternamente vinta, perché colui che riceve il cibo di Cristo non avrà più fame, mentre nel servizio degli apostoli è preannunziata la distribuzione del Corpo e del Sangue del Signore, che sarà fatta un giorno. Ed è già cosa degna di Dio il fatto che cinque pani abbiano sovrabbondato per cinquemila persone: si sa infatti che quella gente fu saziata con un cibo non scarso, ma che era moltiplicato.
(Ambrogio, Esposizione
del Vangelo secondo Luca 6, 84)
9, 17 Il pasto
Abbondanza per la vita eterna
Portate i pezzi in dodici canestri, infatti le migliaia ormai sono completamente sazie dopo aver mangiato cinque pani e due pesci. Tu, nostro pane, tu dolcezza eterna: non conosce la fame il tempo che prende il tuo cibo e non riempie il vuoto del ventre, ma sostiene la vita.
(Prudenzio, Libro
delle ore del giorno 9, 58-63)
L'abbondanza del miracolo
incoraggia ad essere ospitali con gli stranieri
Ma quale fu il risultato del miracolo? Soddisfare con il cibo una grande moltitudine. C'erano non meno di cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini, secondo quello che un altro evangelista ha aggiunto alla narrazione (cf. Mt 14, 21). Ma il miracolo non finisce qui. Furono guadagnate anche dodici ceste di avanzi. E che cosa deduciamo da questo? Una chiara assicurazione che l'ospitalità riceve una ricca ricompensa da Dio. I discepoli hanno offerto cinque pani e dopo che una così grande moltitudine era stata saziata, rimase per ciascuno di loro un cesto di pezzi avanzati.
Dunque non e' è niente
che impedisca di accogliere gli stranieri, quello che verosimilmente può
indebolire la volontà e la prontezza degli uomini non ha importanza.
Nessuno dica: «Non
ho i mezzi adeguati, quello che io posso fare è una sciocchezza e non basta per
tanti». Accogliete gli stranieri, carissimi! Vincete quella riluttanza che non
porta alla ricompensa.
Il Salvatore
moltiplicherà molte volte il poco che avete oltre ogni attesa. Anche se non
date che poco, riceverete molto, perché colui che semina benedizioni
raccoglierà anche benedizioni (cf. 2 Cor 9, 6), secondo le parole del
beato Paolo.
(Cirillo di
Alessandria, Commento a Luca, omelia 48)
Abbondanza dalla tavola divina
Dio ha spezzato
cinque pani e due pesci: con questo ha saziato con abbondanza cinquemila
uomini. Si riempiono dodici canestri con i pezzi avanzati del pane, tale è la
ricchezza della mensa eterna.
(Prudenzio, Il
doppio nutrimento 37)
Gesù offre se stesso come pane
di vita
(Gesù) offre se
stesso come pane di vita a coloro che credono in lui (cf. Gv. 6,33). È lui
che è sceso dal cielo e ha dato la vita al mondo.
(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 48)
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