La festa della candelora. La festa delle luci. Festa della luce: “luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Festa della presentazione di Gesù al tempio e della purificazione di Maria.
Simeone disse:“luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.
San Simeone:
vada in pace secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo, Israele.»
secundum verbum tuum in pace:
Quia viderunt oculi mei salutare tuum
Quod parasti ante faciem omnium populorum
Lumen ad revelationem gentium,
et gloriam plebis tuae Israel.»
- Source: Cappella Scrovegni a Padova |
Il Vangelo mette il Nunc dimittis sulle labbra del vecchio Simeone che aveva ricevuto dallo Spirito la promessa di sopravvivere fino alla venuta del Messia, mosso dallo stesso Spirito entra nel Tempio, prende tra le braccia il Bambino Gesù e loda Dio, chiede poi congedo a Dio perché ha potuto vedere il Cristo esprimendo la sua gioia (Lc 2,29-30) e predicendo la gloria del Salvatore. (https://gracelaborarte.blogspot.com/)
La parola “Candelora”, diffusa con alcune varianti in tutta Italia, deriva da “candela” e allude al fatto che in occasione di questa festa il popolo riceve in chiesa ceri benedetti, che vengono accesi e trasportati fuori in processione per poi essere conservati nelle case. Le fiammelle di quelle candele hanno un significato simbolico correlato alla Presentazione di Gesù al Tempio, raccontato nel Vangelo di Luca (2,22-39) e in particolare alle parole dell’anziano sacerdote Simeone quando riconobbe nel Bambino il salvatore: “luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. L’idea di Cristo come “luce” ricorre anche all’inizio del Vangelo di Giovanni “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta” (1, 4-5). È questo concetto della “luce” della salvezza cristiana quello simboleggiato dalla cerimonia delle candele accese: come l’anziano Simeone fu il primo a “riconoscerla” nel Tempio, così nelle chiese erano i sacerdoti a consegnare ai fedeli quelle luci, che poi le diffondevano a illuminare ogni famiglia e ogni angolo della città.
Ma nella sua forma rituale la festa ha origini più antiche: essa è in parte la trasposizione delle cerimonie rituali pagane dette “Lupercali”, che similmente si svolgevano a metà febbraio con grandi fiaccolate e, secondo altri, anche della festa popolare ebraica del “Lucernario”, anch’essa celebrata con l’accensione di torce e lampade:
Chanukkà nel calendario autunnale è preceduta da circa due mesi in cui non c’è alcuna ricorrenza, a parte il sabato e i capomese. Probabilmente anche per questo l’atmosfera è particolarmente allegra e i bambini la aspettano con ansia.
La festa di Chanukkà, tra tutte le antiche ricorrenze ebraiche, è l’unica che non affondi in qualche modo le sue radici nella Bibbia e nei suoi racconti; è una festa stabilita dai Maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in terra di Israele, nel 168 a.e.v.
Antioco Epifane di Siria – ottavo re della dinastia seleucide, erede di una piccola parte dell’Impero appartenuto ad Alessandro Magno – voleva imporre la religione greca alla Giudea. Le mire di ellenizzazione furono contrastate e impedite da Mattatià, un sacerdote di Modiin della famiglia degli Asmonei che insieme ai suoi sette figli, diedero avvio alla rivolta.
Chanukkà è conosciuta anche come la festa del miracolo dell’olio: quando dopo una strenua battaglia, il 25 di Kislev di tre anni dopo (165 a.e.v.), il Tempio fu riconquistato, si doveva procedere alla riconsacrazione. Nel Tempio però fu trovata una sola ampolla di olio puro recante il sigillo del Sommo Sacerdote. Per la preparazione di olio puro (viene considerato olio puro quello raccolto dalle prime gocce della spremitura delle olive) occorrevano otto giorni. Nel trattato talmudico di Shabbat (21b) leggiamo del grande miracolo che occorse: l’olio che poteva bastare per un solo giorno, fu sufficiente per otto giorni, dando così la possibilità ai Sacerdoti di prepararne dell’altro nuovo. In ricordo di quel miracolo, i Saggi del Talmud istituirono una festa di lode e di ringraziamento al Signore che dura appunto 8 giorni: Chanukkà che letteralmente, significa “inaugurazione”.
La prima sera della festa si accende un lume su un candelabro speciale a nove bracci, e ogni sera, per otto giorni, se ne aggiunge uno in più, fino a che l’ottava sera si accendono 8 lumi. Questo candelabro si chiama Chanukkià e può avere diverse forme. L’indicazione è che gli otto contenitori per le candele siano tutti allineati alla stessa altezza e che il nono – lo shammash, il servitore, quello che serve per accendere gli altri lumi – sia in una posizione diversa.
I bambini ricevono regali e in particolare delle trottoline su cui compaiono le iniziali delle parole “Un grande miracolo è avvenuto lì”.
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