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DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA VESPERTINA, Anno C- Vangelo Gv 7,37-39; CON I PADRI DELLA CHIESA

DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA VESPERTINA, 

Anno C- Vangelo Gv 7,37-39



+Vangelo, Sgorgheranno fiumi di acqua viva.

Dal Vangelo secondo Giovanni
+Gv 7,37-39

Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.



LA PAROLA AI PADRI

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v 37a, Se qualcuno ha sete

Provviste per il viaggio

Nell'ultimo giorno, quando tutti stavano per tornare a casa, egli diede loro le provviste per il viaggio verso la salvezza e parlò 'ad alta voce, sia per mostrare fiduciosa sicurezza e franchezza nel parlare, sia per far capire al popolo che lui aveva parlato della bevanda spirituale.

(Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51, 1)

 

Ricorda chi ti ha dato in dono l'acqua

Conserva il dono, ma riconosci il datore. Il Signore, promettendo, che avrebbe dato il suo Spirito: Se uno ha sete - dice - venga a me e beva. Se uno crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Come si trova in te un tale fiume? Ricorda la tua aridità di una volta. Veramente se non fossi stato arido, non avesti avuto sete; se non avessi avuto sete, non avresti bevuto.

Com'è che non avresti bevuto se non avessi avuto sete? Se tu non ti fossi trovato vuoto, non avresti creduto in Cristo. Prima di dire: Fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno, aveva già detto: Sè uno ha sete, venga e beva. Perciò avrai un fiume di acqua viva, perché bevi. Tu, se non hai sete, non bevi; ma se eri assetato, per quale ragione volevi vantarti del fiume come se fosse tuo? Ne segue che: Chi si vanta, si vanti nel Signore (1 Cor I, 31).

(Agostino, Discorsi 160, 2)

 

v 38a I fedeli e la Scrittura

I testimoni ebraici

Leggiamo (negli scritti degli evangelisti e degli apostoli) molti passi dell'Antico Testamento che non sono contenuti nei nostri manoscritti, come [...] Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di' acqua viva[...]. Chiediamo (ai nostri detrattori) dove siano scritte queste parole e, se non sono in grado di rispondere, indichiamoglielo noi dai manoscritti ebraici: [... ] dai Proverbi (86*).

(Girolamo, Prologo al Pentateuco)

 

Scrutate le Scritture

Ma dove la Scrittura dice: Gli sgorgheranno dal seno fiumi di acqua viva? In nessun passo. Che cosa significa dunque la frase: Chi crede (in me) come dice la Scrittura? Qui occorre mettere la punteggiatura in modo che le parole: Gli sgorgheranno dal seno risultino pronunciate dal Cristo (87*).

Siccome molti dicevano: Lui è il Cristo e il Cristo quando verrà farà forse più prodigi di quelli che ha fatto lui? (Gv 7, 26.31), egli mostra che occorre avere in proposito un’idea giusta e che non si deve credere tanto ai miracoli quanto alle Scritture.

Molti, infatti, pur vedendolo nell'atto in cui operava prodigi, non lo accoglievano come il Cristo, anzi, diranno più tardi: Non affermano forse le Scritture che il Cristo verrà dal seme di David? (Gv 7, 42).

Egli tornava spesso a trattare questo argomento, per dimostrare di non rifuggire da questo genere di dimostrazione rinviandoli ancora una volta alle Scritture. Prima aveva detto: Scrutate le Scritture, poi: Sta scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio», e ancora: Mosè vi accusa (Gv 5, 39; 6, 45; 5, 45).

(Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51, 1)

 

Chi segue la Scrittura sarà saziato

L'espressione come dice la Scrittura va riferita a ciò che precede. Nei libri sacri si trovano numerose profezie sul Messia, come ha affermato egli stesso altrove (Gv 5,39); Gesù, incitando ogni persona che crede in lui, intende dire: "Chiunque segue la Scrittura e crede in me sarà pieno di grazia e non solo essa sarà come un fiume che mai si prosciuga, ma anche sgorgherà da lui, offrendosi a lui e a molti altri".

(Teodoro di Mopsuestia, Commento al Vangelo di Giovanni 5, 1)

 

Cristo come fiume (Levitico, Salmi, Isaia)

Quando Dio comandò di fare ciò che riguardava la festa 'delle Capanne, così disse a Mosè: [. . .] Nel primo giorno prenderete rami (di palme) rami frondosi di albero e frutti di alberi ornamentali e salici e rami di agnocasto del torrente per fare allegria (Lv 23, 39-40).

[...] La festa delle Capanne significa il giorno desiderato della risurrezione: il fatto di prendere i rami di palma e il frutto di alberi ornamentali e altro indica quasi un recupero del paradiso che ci si dovrà restituire per mezzo di Cristo. Quanto al fatto, poi, che tutto questo si debba prendere dal torrente, e, con questo, divertirsi, dicemmo che al torrente si assimila nostro Signore Gesù Cristo, in cui troveremo ogni gioia e piacere della speranza, e in cui troveremo il nostro diletto in modo divino e spirituale. Che poi Cristo sia chiamato torrente ce lo attesta il sapientissimo salmista che dice di noi a Dio Padre: I figli degli uomini troveranno la speranza all'ombra delle tue ali. Si inebriano dell'adipe della tua casa, e li disseterai nel torrente delle tue delizie (Sal 36,8-9). E lo stesso Signore parla altrove per mezzo dei profeti: Ecco, io mi volgerò verso di essi come un fiume di pace e come un torrente in piena (Is 66, 12).

(Cirillo di Alessandria, Commento al Vangelo di Giovanni 5,1)

 

7,38b Fiumi di acqua viva

Lo Spirito è in tutte le cose

In tutte le cose (Ef 4, 6) è per noi lo Spirito, ed egli è l'acqua viva, che il Signore dona a coloro che credono rettamente in lui (cf. Gv 7, 39), a coloro che lo amano.

(Ireneo di Lione, Contro le eresie 5, 18, 12)

 

Il fiume dello Spirito Santo

Non è di scarso significato nemmeno il fatto che possiamo leggere che un fiume scorre dal trono di Dio. L'afferma l'evangelista Giovanni: E mi mostrò un fiume di acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello in mezzo alla sua piazza, e dall'una e dall'altra parte l'albero della vita che produceva dodici raccolti, producendo il suo raccolto ogni mese, e le foglie dell'albero per curare tutte le genti (Ap 22, 1-2).

Questo è, senza dubbio, il fiume che scaturisce dal trono di Dio, cioè lo Spirito Santo, che beve colui che crede in Cristo, come Cristo stesso disse: Se uno ha sete, venga a me, e beva colui che crede in me. Come disse la Scrittura: "Fiumi di acqua viva scorreranno dal suo ventre". E questo lo diceva dello Spirito. Dunque, quel fiume è lo Spirito. Lo Spirito è nel trono di Dio. L'acqua, infatti, non lava il trono di Dio […]. E che c'è di strano se nel trono di Dio si trova lo Spirito Santo, dal momento che lo stesso regno di Dio è opera dello Spirito […]?

(Ambrogio, Lo Spirito Santo 3, 20, 153-156)

 

Fiumi per l'immortalità

Vedi dunque che chi crede in lui ha dentro di sé non solo un pozzo, ma pozzi; non solo fonti, ma anche fiumi: fonti e fiumi che non sollevano questa vita mortale, ma conferiscono quella eterna.

(Origene, Omelie sui Numeri 12, 1)

 

Un unico Spirito, molteplici doni

Ritornando alla Sacra Scrittura beviamo alle acque dei nostri serbatoi, contenitori delle dottrine di fede, o per meglio dire dei nostri pozzi donde sgorgano pure sorgenti (cf. Pr 5, 15). Beviamo l'acqua viva zampillante per la vita eterna (Gv 4, 14), secondo quanto disse il Signore riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui. Cristo disse queste parole - bada bene - rifacendosi all' Antico Testamento: Per chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Non parlò dei fiumi materiali che irrorano la terra rendendola produttiva di triboli o di alberi, ma di quelli spirituali che inondano di luce le anime.

Lo spiegò in un'altra occasione, dicendo: Ma l'acqua che io gli' darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Intendeva parlare di un'acqua viva e zampillante di nuovo genere: zampillante, ma su quanti vogliono rendersene degni.

Perché chiamò acqua la grazia dello Spirito? Perché l'acqua è l'elemento costitutivo dell'universo, fonte della vita vegetale e animale. La pioggia scende dal cielo con una sola forma, ma produce forme diverse.

Una sola sorgente infatti irriga tutto un giardino, e una sola specie d'acqua cade in tutto il mondo; ma diventa bianca nel giglio, rossa nella rosa, purpurea nelle viole e nei giacinti, in altre svariate forme nelle varie specie di piante, in una forma nella palma e in un'altra nella vite. È tutto per tutte le cose, ed è sempre acqua non diversa da quella di prima: la medesima pioggia, che in continuazione si trasforma, cadendo in una forma o in un'altra, e adattandosi a una struttura o a un'altra degli esseri che la ricevono fino a diventare quello che ciascun essere è. Così lo Spirito Santo, uno, semplice e indivisibile, distribuisce la sua grazia a ciascuno come vuole. Come al contatto con l'acqua un albero già quasi secco emette nuovi polloni, così con la conversione che rende degni dello Spirito Santo l'anima già peccatrice produce grappoli di santità. Per volere del Padre e nel nome di Cristo, un solo Spirito opera in molteplici potenze: si manifesta nella lingua di uno come spirito di saggezza e nella mente illuminata d'un altro come spirito di profezia, conferisce a uno il potere di scacciare i demoni e a un altro il dono di interpretare le Scritture, elargisce a uno la forza di mantenersi casto e a un altro la conoscenza della vera misericordia, insegna a uno le vie del digiuno e dell'ascesi e a un altro quelle del disprezzo degli interessi corporali o della preparazione al martirio.

(Cirillo di Gerusalemme, Le catechesi 16, 11-12)

Le sacre predicazioni

Quando le sacre predicazioni fluiscono dall'anima dei fedeli, fiumi di acqua viva sgorgano dal grembo dei credenti. Le parti interiori del grembo altro non sono che le parti più profonde dell'anima; in altre parole, una giusta intenzione, un sacro desiderio, umiltà nei confronti di Dio e misericordia per gli uomini nostri fratelli.

(Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele 1, 10)

 

La via della giustizia tracciata nel deserto

I profeti annunciavano il nuovo patto di libertà e il vino nuovo da versare in otri nuovi (Mt 9, 17), cioè la fede nel Cristo, via della giustizia tracciata nel deserto e fiumi dello Spirito Santo zampillanti dalla terra arida per dissetare la stirpe eletta di Dio.

(Ireneo di Lione, Contro le eresie 4, 33, 14)

 

7,39 Non vi era ancora lo Spirito

La presenza dello Spirito prima e dopo la glorificazione: due modi di- versi.

Per qual motivo, dunque, il Signore Gesù Cristo stabilì di dare lo Spirito Santo solo dopo la sua glorificazione? Prima di rispondere in qualche modo a questa domanda, c'è da risolvere un altro problema che potrebbe turbare qualcuno.

Come si può dire che lo Spirito Santo non era ancora presente negli uomini santi, se il Vangelo dice che Simeone conobbe il Signore appena nato per mezzo dello Spirito Santo, e così la vedova Anna, profetessa (cf. Lc 2, 25-3 8), e lo stesso Giovanni che lo battezzò (cf. Lc 1, 26-34)? Zaccaria, a sua volta, pronunciò molte parole dietro ispirazione dello Spirito Santo (cf. Lc 1, 67-79), e Maria stessa non concepì il Signore senza aver prima ricevuto lo Spirito Santo (cf. Lc 1, 35). Sicché abbiamo molte prove della presenza dello Spirito Santo, prima che il Signore fosse glorificato mediante la risurrezione della carne. E non fu certo un altro Spirito Santo quello di cui furono dotati i profeti che annunciarono la venuta cli Cristo. Ma il modo con cui sarebbe stato dato doveva essere assolutamente diverso dal precedente: è di questo modo che qui si parla. Prima della risurrezione, infatti, in nessuna parte si legge che degli uomini riuniti insieme, ricevuto lo Spirito Santo, abbiano cominciato a parlare nelle lingue di tutte le genti. Dopo la sua risurrezione, invece, la prima volta che apparve ai suoi discepoli, il Signore disse loro: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20, 22).

(Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni 32, 6)

 


Lo Spirito si rivela in un modo nuovo alla Pentecoste

Come dunque lo Spirito Santo non era stato ancora dato perché Cristo non era stato ancora glorificato, se non nel senso che quella dispensazione, o quella donazione, o quella missione dello Spirito Santo avrebbe avuto nel suo compimento una particolare caratteristica mai riscontrata prima di allora? In nessun luogo infatti noi leggiamo di uomini che parlano lingue loro sconosciute, per la discesa in loro dello Spirito Santo, come è accaduto quando c’era necessità di provare la sua venuta con segni sensibili, i quali rivelassero che tutta la terra e tutte le nazioni fondate sulla diversità delle lingue avrebbero creduto in Cristo per il dono dello Spirito Santo, in modo che si adempisse ciò che si canta nel salmo: Non ci sono linguaggi: non ci sono parole di cui non si intenda la voce. Il loro suono si espande per tutta la terra e i loro accenti' fino ai confini del mondo (Sal 18, 4-5). [...] Per quanto riguarda la manifestazione sensibile dello Spirito Santo sotto forma di colomba o di lingue di fuoco, poiché una creatura sottoposta e docile, con mutazioni e forme transitorie, manifestava la sua sostanza coeterna al Padre e al Figlio e altrettanto immutabile senza venir assunta da lui in unità di persona come la carne del Verbo incarnato (Gv 1, 14), non oso affermare che prima di allora non sia accaduto nulla di simile.

(Agostino, La Trinità 4, 20, 29-30)

 


Gli apostoli trasmetteranno lo Spirito ad altri

Tutti poi riconoscono che ai profeti viene dato lo Spirito Santo: ma tale grazia era limitata e sporadica e sulla terra essa venne a mancare da quel giorno di cui fu detto: Ecco la vostra casa vi sarà lasciata deserta (Mt 23, 38). Già prima di quel giorno, tuttavia, aveva cominciato a farsi sempre più rara. Nessun profeta era più tra loro e la grazia non veniva propiziata dai loro sacrifici. Essendo dunque stato tolto a loro lo Spirito Santo, esso venne poi profuso abbondantemente, e questa donazione ebbe inizio dopo la crocifissione, non solo con maggiore abbondanza, ma anche accompagnata da carismi più grandi (più stupefacente infatti fu il dono, come quando dice: Non sapete di quale spirito siete [Lc 9, 55]; e di nuovo: Non avete ricevuto lo spirito della servitù, ma lo spirito dell'adorazione [Rm 8, 15]. Infatti anche quegli antichi avevano lo Spirito, ma non lo trasmettevano agli altri; gli apostoli invece avrebbero riempito di lui innumerevoli infedeli, e poiché essi avrebbero ricevuto quella grazia (giacché ancora non era stata data), dice: Non c’era ancora lo Spirito Santo. Di questa grazia dunque l'evangelista diceva: Non c'era ancora lo Spirito, cioè non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora stato glorificato, chiamando gloria la croce.

(Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di Giovanni 51, 2)

 

Una dimora ancora imperfetta

Mentre nei profeti lo Spirito serviva per fare profezie, ora, invece, dimora nei fedeli per mezzo di Cristo, e cominciò a dimorare dapprima in lui quando si fece uomo. Infatti, come Dio, egli ha inseparabilmente e sostanzialmente lo Spirito come suo proprio. Ma è unto per noi, e si dice che abbia ricevuto lo Spirito, in quanto è uomo, per comunicare non a se stesso ma alla natura umana i beni divini, come abbiamo già insegnato. Quando dunque il divino evangelista dice: Lo Spirito non era stato ancora dato, perché non ancora era stato glorificato (Gv 7, 39), comprenderemo che egli ci vuole dire che l'abitazione dello Spirito Santo negli uomini non era ancora integra e perfetta.

(Cirillo di Alessandria, Commento al Vangelo di Giovanni 5, 2)

 

Un'allusione al battesimo

Viene preannunciato e predetto che i Giudei, se avranno sete e cercheranno Cristo, si disseteranno presso di noi, cioè otterranno la grazia del battesimo: Se soffriranno la sete nei deserti - dice [Isaia] - acqua dalla roccia egli farà scaturire per loro: la roccia si spaccherà, sgorgherà acqua e berrà il mio popolo (Is 5, 21).


Ciò si realizza nel Vangelo, quando Cristo, che è la pietra, viene ferito dal colpo di una lancia durante la passione. Egli, ricordando quello che era stato predetto dal profeta, esclama: Chi' ha sete venga e beva chi crede in me: come dice la Scrittura, ''fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. E perché potesse essere ancora più evidente che il Signore parla non del calice ma del battesimo, la Scrittura aggiunge queste parole: Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto quelli che credevano in lui. Infatti, attraverso il battesimo si riceve lo Spirito Santo, e così dopo essere stati battezzati e avere ricevuto lo Spirito Santo, si giunge a bere il calice del Signore. Ma non turbi nessuno il fatto che quando la divina Scrittura parla del battesimo dica che abbiamo sete e beviamo, e che poi sempre nel Vangelo il Signore dica: Beati quelli che hanno sete e fame di giustizia (Mt 5, 6), perché vuol dire che quello che si prende con avidità e con forte sete viene bevuto in modo più abbondante e ricco.

(Cipriano, Lettere 63, 8)

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(86*) Pr18, 4: Le parole della bocca dell'uomo sono acqua profonda, la fonte della sapienza è un torrente che straripa

(87*) Non sono, cioè, parte di una citazione scritturistica

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