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Dal Vangelo secondo Luca, Lc 15,1-3.11-32 - (IV domenica di Quaresima- Anno C).

 IV domenica di Quaresima- Anno C.



+VANGELO

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

Dal Vangelo secondo Luca, Lc 15,1-3.11-32

 
In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

 


15, 1-3 Gesù accoglie i peccatori

Salvare pubblicani e peccatori.

Dimmi, fariseo, per quale motivo ti lamenti perché Cristo non ha disdegnato di stare con pubblicani e peccatori, ma di proposito ha procurato loro questi mezzi di salvezza? Per salvare il popolo, egli si è concesso alla vacuità, è diventato come noi e si è rivestito dell'umana povertà.

(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 106)

 

15, 11-24 Il figliol prodigo e il padre misericordioso

 

La parabola invita i farisei a rallegrarsi del pentimento dei peccatori.

Qual è l'obiettivo della parabola? Esaminiamo l'occasione che l'introduce, così impareremo la verità. Il benedetto Luca ha parlato poco prima di Cristo, il Salvatore di tutti noi. [...] I farisei e gli scribi hanno protestato contro la sua mitezza e il suo amore verso il popolo. In modo malvagio ed empio l'hanno biasimato perché riceveva e insegnava a persone le cui vite erano impure. Cristo certo di necessità ha presentato loro questa parabola. Egli chiaramente mostra loro che il Dio di tutti pretende che anche colui che è completamente risoluto, fermo, santo, e ha acquisito la più alta gloria per la sobrietà di condotta di vita, sia solerte nel seguire la sua volontà. Quando alcuni sono chiamati al pentimento, anche se hanno una cattiva reputazione, egli deve anzi rallegrarsi e non dare spazio ad una odiosa irritazione a causa loro.

(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 107)

 

Identificazione dei due figli

È opinione di qualcuno che i due figli rappresentino i santi angeli e noi abitanti della terra. Il più grande, che vive sobriamente, rappresenta la comunità dei santi angeli, mentre figliol prodigo, quello più giovane, è la specie umana. Alcuni tra noi hanno dato una diversa interpretazione, ritenendo che colui che è più grande e ha un comportamento retto rappresenti Israele secondo la carne. L'altro figlio, che ha scelto di vivere nella brama dei piaceri e si è portato lontano da suo padre, raffigura la comunità dei Gentili.

(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 107)

 

I due figli rappresentano i due popoli

Aveva due figli, cioè due popoli: il popolo giudaico e quello pagano; ma con la saggezza della Legge rese maggiore il popolo giudaico, mentre rese minore quello pagano con la stoltezza del paganesimo, perché, come la sapienza rende anziani, così l l'insipienza elimina ogni qualità propria dell'uomo. Dunque i suoi costumi, non la sua età, resero più giovane questo popolo; invece, non i tempi trascorsi, ma i sentimenti fecero l’altro più anziano.

(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 2)

 

Per quale motivo il figlio più giovane ha meritato di perdere i privilegi di figlio

E il padre, dice, divise tra loro il suo patrimonio. Quanto il padre è pieno d' affetto, altrettanto impaziente è l'erede, che è importunato per la sopravvivenza del padre e, siccome non può ridurgli la durata della vita, cerca di sottrargli la sostanza.

Costui meritò di non avere la condizione privilegiata di figlio, poiché non volle possedere insieme al padre ciò che al padre apparteneva. Ma vediamo che cosa trascinò il figlio a quest'atto di audacia, quale fiducia. Io portò ad una così sconcertante richiesta. Che cosa? Senza dubbio il fatto di sapere che il Padre celeste non può essere circoscritto da alcun limite, non può essere ristretto da alcun tempo, non può essere dissolto da alcun potere di morte; e perciò desidera di godere della generosità del padre vivente colui che non aveva voluto arricchirsi con i beni del padre dopo la sua morte. Perciò la pronta generosità del genitore dimostrò che in questa richiesta non c'era alcun male.

(Pietro Crisologo, Sermoni 1, 1)

 

Lasciare il padre è allontanarsi da se stessi

Nota come il patrimonio divino sia concesso a chi lo chiede, e non imputare al padre di averlo dato al più giovane.

Non vi è un'età incapace per -il regno di Dio, e la fede non si lascia gravare dagli anni. Se l'ha chiesto, evidentemente lui stesso se ne era stimato idoneo. E magari non si fosse allontanato da suo padre; non avrebbe conosciuto gli aspetti negativi della sua età. Ma dopo di ciò partì per l'estero - è logico, quindi, che abbia sperperato il patrimonio, uno che si è staccato dalla Chiesa-; dopo di ciò, dice, lasciando la casa paterna partì per l'estero, per un paese lontano.

E che c'è di più lontano che fuggir via da se stessi, esser remoti non per diversità di regioni? [...] In realtà, chi si separa da Cristo vaga ramingo dalla patria, è cittadino di questo mondo. Ma noi non siamo più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio (cf. Ef 2, 19); noi che eravamo lontani, siamo stati avvicinati nel sangue di Cristo (ibid.). Non guardiamo di mal occhio coloro che tornano indietro da una regione lontana, perché anche noi abbiamo sostato in una regione lontana, come insegna Isaia. Così trovi: Su coloro che

abitavano in una terra caliginosa di ombra di morte risplendette una luce (Is 9,1). Ecco dunque, la regione lontana sta nell'ombra di morte noi invece, il cui alito vitale davanti al nostro volto è il Cristo Signore (cf. Lam 4, 20), noi viviamo all' ombra di Cristo. E perciò la Chiesa dice: Alla sua ombra ho anelato e mi sono seduta (Ct 2, 3).

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7, 213-214)

 

Scegliere il regno della lussuriosa passione

Da te ci allontaniamo e a te torniamo senza muovere i piedi, senza attraversare spazio di luoghi; oppure bisogna intendere che il tuo figlio secondogenito, di cui parla la parabola, dovette procacciarsi davvero un cavallo, un carro, una nave, o s'involò con ali visibili, o percorse la strada con il moto delle gambe per dissipare da prodigo, vivendo in un paese lontano ciò che alla partenza gli avevi dato, padre amabile per i tuoi doni, più amabile al suo desolato ritorno.

No, gli bastò vivere nella sregolatezza della passione, perché questo è davvero un vivere tenebroso, ed è vivere lontano dal tuo volto.

(Agostino, Le confessioni 1, 18, 28)

 

Il figliol prodigo soffre la fame

Avvenne in quel paese una grande carestia: carestia non di cibi ma di buone opere e di virtù. Quale fame più miseranda di questa? In realtà, chi si allontana dalla parola di Dio patisce la fame, perché non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio (Lc 4, 4). Chi si allontana da una sorgente ha sete, chi si allontana da un tesoro si trova in miseria, chi si allontana dalla sapienza si infiacchisce, chi si allontana dalla virtù va in rovina. Giustamente allora costui cominciò a trovarsi nel bisogno perché aveva abbandonato i tesori della sapienza e della scienza di Dio (cf. Col 2, 3), e la profondità delle ricchezze celesti. Cominciò dunque a trovarsi nel bisogno e a patire la fame, perché nulla mai basta al piacere che tutto scialacqua. Soffre sempre in se stesso la fame chi non sa che cosa voglia dire saziarsi degli alimenti eterni.

(Ambrogio Esposizione del Vangelo secondo Luca 7,215)

 


Il proprietario dei maiali è il principe di questo mondo

Allora andò ad attaccarsi a un cittadino; e se uno si attacca, è segno che è stato preso al cappio. Per l'appunto sembra che codesto cittadino sia il principe di questo mondo (cf. Gv 12, 31; 14, 30; 16;11). E poi, vien mandato nel campo che colui ha acquistato sottraendosi con una scusa dal Regno (cf. Lc 14, 18); per di più pascola i porci, senza dubbio quelli nei quali il diavolo supplica di entrare, e che scaraventa nel mare di questo mondo, immersi com'erano nella sporcizia e nel fetore in cui vivevano (cf. Mt 8, 31-32).

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7,216)

 

Un letto tra i maiali

Allora andò e si mise al servizio di un cittadino di quel paese, e questi lo mandò nella sua fattoria a pascolare i porci. Questo ottiene chi si nega al padre, chi si mette nelle mani di un estraneo: di esperimentare, cioè, un giudice severo, mentre fugge da chi provvedeva a lui con estrema indulgenza. Chi tradisce l'affetto e si sottrae all'amore filiale è destinato ai porci, è assegnato ai porci, è dato quale schiavo ai porci, cammina nei pascoli fangosi dei porci, si consuma e si contamina con le scorrerie di quel gregge turbolento, così da comprendere quanto sia miserevole, quanto sia amaro aver perduto la felicità d'una vita tranquilla presso il padre.

(Pietro Crisologo, Sermoni 1, 5)

 


Mancanza di nutrimento

Alcuni vedono nei porci le greggi dei demoni, nelle ghiande la virtù inconsistente di uomini vacui e la boria dei discorsi che fanno, i quali non possono avere nessuna utilità perché con la vana seduzione della filosofia, e col plauso, direi, di un'eloquenza fatta di suoni, sfoggiano

più sfarzosità che utilità (cf. Col 2, 8); però queste piacevolezze non possono durare a lungo, e perciò nessuno gli dava niente.

(Ambrogio, esposizione del Vangelo secondo Luca VII, 218)

 

Malgrado il suo peccato, il figlio non viene abbandonato dallo Spirito

Era lo stesso per il figlio più giovane che aveva sperperato il suo patrimonio e sprecato quello del padre vivendo tra le prostitute. Malgrado tutto questo, egli 'non ha perso il suo onorevole titolo di figlio.

Nella terra della prigionia, avendo rifiutato suo padre, certo ha ricordato: Quanti sono i salariati in questo momento nella casa di mio padre che hanno pane in abbondanza mentre io qui muoio di fame.

Egli era ancora un peccatore. Aveva peccato sino al punto che aveva gettato al vento con i suoi misfatti l'intera eredità che aveva ricevuto da suo padre. Ha chiamato ancora Dio suo padre. Questo indica che la grazia dello Spirito, che lo autorizza a chiamare Dio "Padre", non si è allontanata da lui.

Noi non possiamo impiegare questo termine nel rivolgerci a lui e chiamare Dio "Padre", se non attraverso l’autorità dello Spirito Santo che è dentro di noi. È ben risaputo che coloro che non sono ancora divenuti figli di Dio attraverso la santa rinascita del battesimo non sono autorizzati ad usare questo termine. Non hanno il permesso di dire: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.

La ragione apparente di questo è che lo Spirito Santo non è ancora dentro? Loro così da dar loro l’autorizzazione.  E’ risaputo da tutti che, quando si avvicinano ai santi misteri, i nuovi battezzati ripetono tutti questa preghiera con fiducia, in accordo con la tradizione tramandataci dal nostro Signore, e quindi procedono con i santi misteri.

(Filosseno di Mabbug, Sull' inabitazione dello Spirito Santo 1)

 

Il ritorno nella casa del Padre

Giacobbe ha guidato fuori le sue pecore e le ha portate alla casa di suo padre; è stato trovato in questo ritorno a casa un simbolo per le persone dotate di discernimento, una parabola per le persone dotate di accorgimento: ritorniamo anche noi alla casa di nostro Padre, fratelli miei, e non veniamo sedotti dal desiderio per questa terra di passaggio, in forza della vera città che è nei cieli.

Benedetta è infatti quella persona che ha visto i propri cari in essa.

(Efrem Siro, Inni sul Paradiso 14, 7)

 

La prima confessione cerca la riconciliazione

Padre, dice, ho peccato contro il cielo e contro di te.

Questa è la prima confessione presso il creatore della natura, il soprintendente della misericordia, il giudice della colpa.

Ma sebbene Dio conosca tutte le cose (cf. Est 4, 37 Settanta; Gv 21, 17), egli attende la voce della tua confessione. [...] Piuttosto riconosci il tuo torto, affinché interceda per te Cristo, che noi abbiamo come avvocato presso il Padre (cf. 1 Gv 2, 1), affinché supplichi per te la Chiesa, versi le sue lacrime il popolo. Non aver paura di non poter conseguire quanto chiedi. Come tuo avvocato ti assicura il perdono, come tuo patrono ti promette la grazia, e come difensore ti garantisce la riconciliazione con la pietà patema. Abbi fede in lui peché è la verità (cf. Gv 14, 6; 1 Gv 5, 6), fidati di lui perché è la potenza. Ha un motivo per interporre la sua autorità in tuo favore, perché non vorrebbe essere morto invano per te (cf. Gal 2, 21). Anche il Padre ha un motivo per perdonarti, perché ciò che vuole il Figlio lo vuole anche il Padre.

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7, 224-225)

 

Ripetendo il Padre Nostro

Ritorna al padre ed esclama: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Attestano che il figlio più giovane ritornò alla casa del padre e invocò Dio Padre le parole che la Chiesa pronuncia ogni giorno, dicendo: Padre nostro, che sei nei cieli.

(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 6)

 

Essere figlio attraverso il battesimo

Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio: chi ha perduto ogni diritto non deve esaltarsi, per poter essere sollevato per merito del suo abbassamento.

Trattami come uno dei tuoi salariati. Egli conosce bene la differenza che passa tra i figli, gli runici, i salariati, gli schiavi.

È figlio per il lavacro, amico per la virtù, salariato per la fatica, schiavo per il timore.

Ma anche da salariati e da schiavi si diventa amici, secondo quanto è stato scritto: Voi siete miei amici se farete quello che io vi comando; non vi chiamo più servii (Gv 15, 14-15).

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7, 227-228)

 

Correndo, il Padre inizia la riconciliazione

Cristo sceglie coloro che stanno ritti in piedi. Alzati, dunque, vieni di corsa alla Chiesa: qui c'è il Padre, qui c'è il Figlio, qui c'è lo Spirito Santo.

Egli ti corre incontro, perché ti ascolta mentre stai riflettendo tra te e te nel segreto del cuore. E quando ancora sei lontano, ti vede e si mette a correre.

Egli vede nel tuo cuore, accorre perché nessuno ti trattenga, e per di più ti abbraccia.

Nel correre incontro c'è la prescienza, nell'abbraccio la sua clemenza e direi quasi la viva sensibilità dell'amore paterno. Gli si getta al collo, per sollevare chi giaceva a terra, e per far sì che chi già era oppresso dal peso dei peccati e chino verso le cose terrene, rivolgesse nuovamente lo sguardo al cielo, ove doveva cercare il proprio creatore. Cristo ti si getta al collo, perché vuol toglierti dalla nuca il giogo della schiavitù e imporre sul tuo collo un dolce giogo (cf. Mt 11, 30).

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7, 229-230)

 


Tollerare le trasgressioni del figlio

Gli si gettò al collo e lo baciò. Così il padre giudica, così corregge, così al figlio peccatore dà baci, non flagelli. La potenza dell'amore non vede le colpe; e perciò il padre riscattò i peccati del figlio con un

bacio, lo chiuse in un abbraccio per non scoprire, lui, il padre, le colpe del figlio, per non disonorare, lui, il padre, il proprio figlio. Il padre cura in tal modo le ferite del figlio, per non lasciare al figlio una cicatrice, per non lasciare al figlio una macchia. Beati, dice, quelli di cui sono rimesse le iniquità e di cui sono coperti i peccati (Rm 4, 7).

(Pietro Crisologo, Sermoni 3, 3)

 

Le azioni del padre mostrano le benedizioni dell'incarnazione

Ma il padre gli va incontro, e gli va incontro da lontano. Mentre eravamo ancora nell'empietà, Cristo è morto per noi (Rm 5, 8). Il Padre gli va incontro, gli va incontro nel cielo, quando per causa sua discende dal cielo e giunge sulla terra. Il Padre, dice, che mi ha mandato è con me (Gv 8, 16). Gli' si gettò al collo. Gli si gettò al collo quando tutta la Divinità nella persona di Cristo, abbassandosi, trovò ricetto nella nostra carne. Ascoltalo dire: Padre, come tu sei in me io sono in te, così anche costoro siano una cosa sola in noi. E lo baciò. Quando? Quando la misericordia e la verità si sono incontrate e la giustizia e la pace si sono baciate (Sal 84, 11 - Settanta).

Gli diede la veste migliore, quella gloria eterna dell'immortalità che Adamo aveva perduto. Gli pose al dito l'anello: anello titolo di onore, segno di libertà, pegno dello Spirito, sigillo della fede, garanzia delle nozze celesti. Ascolta l'Apostolo: Vi ho promesso ad un unico sposo,

per presentarvi quale vergine casta a Cristo (2 Cor 11, 2). E i sandali ai suoi piedi: affinché fossero piedi calzati per la proclamazione del Vangelo; affinché fossero piedi beati: annunciatori di pace (Rm 10, 15).

(Pietro Crisologo, Sermoni, 5, 6)

 

Rimetterlo nella condizione di figlio

E mettetegli al dito l'anello. L'affetto paterno non si accontenta di ripristinare la sola innocenza, se non restituisce anche l'antico onore. E ponetegli ai piedi i calzari. Come ritornò povero quello che era partito ricco! Dell'intera sostanza non riporta i calzari ai piedi. Ponetegli i calzari ai piedi. Perché nemmeno nel piede sussistesse la vergogna della nudità del figlio; senza dubbio perché calzato ritornasse al corso della vita precedente.

(Pietro Crisologo, Sermoni 3, 4)

 

Il padre accoglie il figliol prodigo al banchetto divino come figlio

Allora egli si alzerà, andrà da suo padre e gli confesserà: Ho peccato contro il Cielo e contro di te. Non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.

Egli, quando si sarà confessato così, sarà considerato degno di pili di ciò per cui ha pregato. Suo padre non lo accoglie come uno dei suoi garzoni né lo tratta come un estraneo. Oh, no, egli lo bacia come un figlio. Lo accetta come un uomo che era morto e che ora torna alla vita. Lo ritiene degno della festa divina e gli dà i preziosi indumenti che un tempo vestiva.

Ora ci sono canto e festa nella casa del Signore. Quanto è accaduto è il risultato della grazia e dell'amorevole misericordia del Padre. Egli non solo riporta suo figlio indietro dalla morte, ma attraverso lo Spirito mostra chiaramente la sua grazia. Per rimpiazzare la corruzione lo veste con una tunica incorruttibile.

Per soddisfare la fame, uccide il vitello grasso. Il Padre procura scarpe per i suoi piedi, così che non viaggi più lontano.

E, cosa più meravigliosa di tutte, gli mette un anello al dito quale sigillo divino. Con tutte queste cose, lo rigenera e rinnova nell'immagine della gloria di Cristo.

(Atanasio, Lettera festale 7)

 

Cristo sacrificato per ordine del Padre

E fece uccidere per lui il vitello grasso: quello di cui Davide cantava: E piacque al Signore più del giovenco novello che fa crescere corna e unghie (Sal 68,32). Viene ucciso il vitello per ordine del padre, perché Cristo Dio, Figlio di Dio, non avrebbe potuto essere ucciso contro la volontà del Padre. Ascolta l'Apostolo: Egli non risparmiò il proprio Figlio, ma lo diede per tutti noi (Rm 8, 32). Questo è il vitello che ogni giorno e perennemente viene immolato per il nostro banchetto.

(Pietro Crisologo, Sermoni 5,6)

 

Il sacrificio di Zaccaria

Secondo quanto si trova in Luca, il Vangelo, avendo un carattere sacerdotale, è iniziato con il sacerdote Zaccaria intento a fare un sacrificio a Dio. Era già stato preparato il vitello ingrassato che doveva essere sacrificato per il ritrovamento del figlio minore.

(Ireneo, Contro le eresie 3, 11, 8)

 

Adamo, perduto nel peccato, è ora trovato in Cristo

Ma il padre fa festa perché il figlio era perduto ed è stato ritrovato, era morto ed è tornato in vita. Va perduto solo colui che già era; non può perire chi mai non fu. Pertanto le Genti non sono, il Cristiano invece è, secondo quanto prima è stato detto: che Dio ha scelto le cose che non sono per annientare le cose che sono (1Cor 1, 28). Anche qui, tuttavia, in quel solo si può vedere la intera figura del genere umano. Adamo fu, e noi tutti fummo in lui; Adamo andò perduto, e in lui tutti perirono (cf. 1 Cor 15, 22).

(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca 7, 234)

 

15, 25-32 Il fratello maggiore e il Padre misericordioso

Il fratello maggiore non rappresenta Israele

Se qualcuno dicesse che il figlio virtuoso e sobrio rappresenta Israele secondo la carne, noi non potremmo essere d'accordo con questa opinione. In nessun modo è adeguato dire che Israele ha scelto una vita irreprensibile. Dal principio alla fine di tutta la Scrittura ispirata, vediamo che essi sono accusati di essere ribelli e disobbedienti [...].

Io penso che sia giusto menzionare anche questo. Alcuni riferiscono alla persona del nostro Salvatore il vitello grasso che il padre ha ucciso quando suo figlio è stato chiamato alla conversione.

[...] Se qualcuno immagina che il figlio virtuoso e sobrio significhi Israele secondo lo spirito, come potrebbe Israele dire con onestà che non gli ha mai dato un capretto? Che lo si chiami vitello o capretto, Cristo deve essere inteso quale sacrificio offerto per i peccati. Egli non è stato sacrificato solo per i Gentili, bensì avrebbe dovuto redimere anche Israele, che a causa del suo frequente trasgredire la Legge ha riversato su di sé molto biasimo. Il santo Paolo lo testimonia dicendo: Per questo motivo anche Gesù, che avrebbe dovuto santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori dalla porta (Eb 13, 12).

(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia 107)

 

I Giudei al di fuori della Chiesa dei Gentili

Ma il fratello maggiore, ma il figlio maggiore, venendo dal campo – popolo legale, la messe è molta, ma i mietitori sono pochi (Lc 10, 2), ode la musica nella casa paterna, ode le danze, e non vuole entrare. Vediamo questo ogni giorno con i nostri occhi: infatti il Giudeo è venuto alla casa ·paterna, cioè alla Chiesa; se ne sta fuori per gelosia, ascolta l'arpa davidica suonare, ascolta la musica proveniente dal gruppo dei profeti, ascolta le danze dalla varia assemblea dei popoli, e non vuole entrare per gelosia. Standosene fuori, mentre secondo i costumi d'un tempo giudica il fratello pagano e ne prova orrore, si priva egli stesso dei beni paterni, egli stesso si esclude dalle gioie del padre.

(Pietro Crisologo, Sermoni, 5, 7)

 

Il fratello maggiore è sempre con il padre

Il padre esce e dice al figlio: Figlio, tu sei sempre con me. In che modo? Attraverso Abele, Enoc, Sem, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e tutti i santi, attraverso i quali deriva la generazione giudaica, di cui abbiamo letto nel Vangelo, quando dice: Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe.

(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 7)

 

Cristo era nato per il fratello maggiore

E tutti i miei beni sono tuoi. In che modo? Perché per te è la Legge, per te è la profezia, per te il tempio, per te il sacerdozio, per te i sacrifici, per te il regno, per te - e questo vale più di tutto - è nato Cristo.

Ma poiché tu per gelosia vuoi lasciare alla perdizione tuo fratello, non sei degno di avere i banchetti paterni, le gioie paterne.

(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 7)



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