IV domenica di Quaresima- Anno C.
+VANGELO
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
Dal Vangelo secondo Luca, Lc 15,1-3.11-32
15, 1-3 Gesù accoglie i peccatori
Salvare pubblicani e peccatori.
Dimmi, fariseo, per quale motivo ti lamenti
perché Cristo non ha disdegnato di stare con pubblicani e peccatori, ma di
proposito ha procurato loro questi mezzi di salvezza? Per salvare il popolo, egli
si è concesso alla vacuità, è diventato come noi e si è rivestito dell'umana povertà.
(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia
106)
15, 11-24 Il figliol prodigo e il padre
misericordioso
La parabola invita i farisei a rallegrarsi del pentimento
dei peccatori.
Qual è l'obiettivo della parabola? Esaminiamo
l'occasione che l'introduce, così impareremo la verità. Il benedetto Luca ha
parlato poco prima di Cristo, il Salvatore di tutti noi. [...] I farisei e gli scribi
hanno protestato contro la sua mitezza e il suo amore verso il popolo. In modo
malvagio ed empio l'hanno biasimato perché riceveva e insegnava a persone le
cui vite erano impure. Cristo certo di necessità ha presentato loro questa parabola.
Egli chiaramente mostra loro che il Dio di tutti pretende che anche colui che è
completamente risoluto, fermo, santo, e ha acquisito la più alta gloria per la
sobrietà di condotta di vita, sia solerte nel seguire la sua volontà. Quando
alcuni sono chiamati al pentimento, anche se hanno una cattiva reputazione,
egli deve anzi rallegrarsi e non dare spazio ad una odiosa irritazione a causa
loro.
(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia
107)
Identificazione dei due figli
È opinione di qualcuno che i due figli rappresentino
i santi angeli e noi abitanti della terra. Il più grande, che vive sobriamente,
rappresenta la comunità dei santi angeli, mentre figliol prodigo, quello più
giovane, è la specie umana. Alcuni tra noi hanno dato una diversa interpretazione,
ritenendo che colui che è più grande e ha un comportamento retto rappresenti
Israele secondo la carne. L'altro figlio, che ha scelto di vivere nella brama
dei piaceri e si è portato lontano da suo padre, raffigura la comunità dei
Gentili.
(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia
107)
I due figli rappresentano i due popoli
Aveva due figli, cioè due popoli: il popolo
giudaico e quello pagano; ma con la saggezza della Legge rese maggiore il popolo
giudaico, mentre rese minore quello pagano con la stoltezza del paganesimo,
perché, come la sapienza rende anziani, così l l'insipienza elimina ogni qualità
propria dell'uomo. Dunque i suoi costumi, non la sua età, resero più giovane questo
popolo; invece, non i tempi trascorsi, ma i sentimenti fecero l’altro più anziano.
(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 2)
Per quale motivo il figlio più giovane ha meritato di
perdere i privilegi di figlio
E il padre, dice, divise tra loro il suo patrimonio. Quanto il
padre è pieno d' affetto, altrettanto impaziente è l'erede, che è importunato
per la sopravvivenza del padre e, siccome non può ridurgli la durata della
vita, cerca di sottrargli la sostanza.
Costui meritò di non avere la condizione privilegiata
di figlio, poiché non volle possedere insieme al padre ciò che al padre
apparteneva. Ma vediamo che cosa trascinò il figlio a quest'atto di audacia, quale
fiducia. Io portò ad una così sconcertante richiesta. Che cosa? Senza dubbio il
fatto di sapere che il Padre celeste non può essere circoscritto da alcun limite,
non può essere ristretto da alcun tempo, non può essere dissolto da alcun potere
di morte; e perciò desidera di godere della generosità del padre vivente colui
che non aveva voluto arricchirsi con i beni del padre dopo la sua morte. Perciò
la pronta generosità del genitore dimostrò che in questa richiesta non c'era alcun
male.
(Pietro Crisologo, Sermoni 1, 1)
Lasciare il padre è allontanarsi da se stessi
Nota come il patrimonio divino sia concesso a
chi lo chiede, e non imputare al padre di averlo dato al più giovane.
Non vi è un'età incapace per -il regno di Dio,
e la fede non si lascia gravare dagli anni. Se l'ha chiesto, evidentemente lui stesso
se ne era stimato idoneo. E magari non si fosse allontanato da suo padre; non
avrebbe conosciuto gli aspetti negativi della sua età. Ma dopo di ciò partì
per l'estero - è logico, quindi, che abbia sperperato il patrimonio, uno
che si è staccato dalla Chiesa-; dopo di ciò, dice, lasciando la casa paterna partì
per l'estero, per un paese lontano.
E che c'è di più lontano che fuggir via da se
stessi, esser remoti non per diversità di regioni? [...] In realtà, chi si separa
da Cristo vaga ramingo dalla patria, è cittadino di questo mondo. Ma noi non
siamo più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio (cf.
Ef 2, 19); noi che eravamo lontani, siamo stati avvicinati nel sangue di
Cristo (ibid.). Non guardiamo di mal occhio coloro che tornano indietro
da una regione lontana, perché anche noi abbiamo sostato in una regione
lontana, come insegna Isaia. Così trovi: Su coloro che
abitavano in una terra caliginosa di ombra di
morte risplendette una luce (Is 9,1). Ecco
dunque, la regione lontana sta nell'ombra di morte noi invece, il cui alito
vitale davanti al nostro volto è il Cristo Signore (cf. Lam 4, 20), noi
viviamo all' ombra di Cristo. E perciò la Chiesa dice: Alla sua ombra ho
anelato e mi sono seduta (Ct 2, 3).
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7, 213-214)
Scegliere il regno della lussuriosa passione
Da te ci allontaniamo e a te torniamo senza
muovere i piedi, senza attraversare spazio di luoghi; oppure bisogna intendere
che il tuo figlio secondogenito, di cui parla la parabola, dovette procacciarsi
davvero un cavallo, un carro, una nave, o s'involò con ali visibili, o percorse
la strada con il moto delle gambe per dissipare da prodigo, vivendo in un paese
lontano ciò che alla partenza gli avevi dato, padre amabile per i tuoi doni,
più amabile al suo desolato ritorno.
No, gli bastò vivere nella sregolatezza della
passione, perché questo è davvero un vivere tenebroso, ed è vivere lontano dal
tuo volto.
(Agostino, Le confessioni 1, 18, 28)
Il figliol prodigo soffre la fame
Avvenne in quel paese una grande carestia: carestia non di cibi ma di buone opere e di virtù. Quale
fame più miseranda di questa? In realtà, chi si allontana dalla parola di Dio
patisce la fame, perché non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di
Dio (Lc 4, 4). Chi si allontana da una sorgente ha sete, chi si allontana
da un tesoro si trova in miseria, chi si allontana dalla sapienza si
infiacchisce, chi si allontana dalla virtù va in rovina. Giustamente allora costui
cominciò a trovarsi nel bisogno perché aveva abbandonato i tesori della
sapienza e della scienza di Dio (cf. Col 2, 3), e la profondità delle
ricchezze celesti. Cominciò dunque a trovarsi nel bisogno e a patire la fame,
perché nulla mai basta al piacere che tutto scialacqua. Soffre sempre in se
stesso la fame chi non sa che cosa voglia dire saziarsi degli alimenti eterni.
(Ambrogio Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7,215)
Il proprietario dei maiali è il principe di questo mondo
Allora andò ad attaccarsi a un cittadino; e se uno si attacca, è segno che è stato preso al cappio.
Per l'appunto sembra che codesto cittadino sia il principe di questo mondo (cf.
Gv 12, 31; 14, 30; 16;11). E poi, vien mandato nel campo che colui ha
acquistato sottraendosi con una scusa dal Regno (cf. Lc 14, 18); per di
più pascola i porci, senza dubbio quelli nei quali il diavolo supplica di
entrare, e che scaraventa nel mare di questo mondo, immersi com'erano nella
sporcizia e nel fetore in cui vivevano (cf. Mt 8, 31-32).
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7,216)
Un letto tra i maiali
Allora andò e si mise al servizio di un cittadino
di quel paese, e questi lo mandò nella sua fattoria a pascolare i porci. Questo ottiene chi si nega al padre, chi si mette nelle
mani di un estraneo: di esperimentare, cioè, un giudice severo, mentre fugge da
chi provvedeva a lui con estrema indulgenza. Chi tradisce l'affetto e si
sottrae all'amore filiale è destinato ai porci, è assegnato ai porci, è dato
quale schiavo ai porci, cammina nei pascoli fangosi dei porci, si consuma e si
contamina con le scorrerie di quel gregge turbolento, così da comprendere
quanto sia miserevole, quanto sia amaro aver perduto la felicità d'una vita
tranquilla presso il padre.
(Pietro Crisologo, Sermoni 1, 5)
Mancanza di nutrimento
Alcuni vedono nei porci le greggi dei demoni,
nelle ghiande la virtù inconsistente di uomini vacui e la boria dei discorsi che
fanno, i quali non possono avere nessuna utilità perché con la vana seduzione della
filosofia, e col plauso, direi, di un'eloquenza fatta di suoni, sfoggiano
più sfarzosità che utilità (cf. Col 2,
8); però queste piacevolezze non possono durare a lungo, e perciò nessuno
gli dava niente.
(Ambrogio, esposizione del Vangelo secondo Luca VII, 218)
Malgrado il suo peccato, il figlio non viene abbandonato
dallo Spirito
Era lo stesso per il figlio più giovane che
aveva sperperato il suo patrimonio e sprecato quello del padre vivendo tra le prostitute.
Malgrado tutto questo, egli 'non ha perso il suo onorevole titolo di figlio.
Nella terra della prigionia, avendo rifiutato
suo padre, certo ha ricordato: Quanti sono i salariati in questo momento nella
casa di mio padre che hanno pane in abbondanza mentre io qui muoio di fame.
Egli era ancora un peccatore. Aveva peccato sino
al punto che aveva gettato al vento con i suoi misfatti l'intera eredità che
aveva ricevuto da suo padre. Ha chiamato ancora Dio suo padre. Questo indica che
la grazia dello Spirito, che lo autorizza a chiamare Dio "Padre", non
si è allontanata da lui.
Noi non possiamo impiegare questo termine nel
rivolgerci a lui e chiamare Dio "Padre", se non attraverso l’autorità
dello Spirito Santo che è dentro di noi. È ben risaputo che coloro che non sono
ancora divenuti figli di Dio attraverso la santa rinascita del battesimo non
sono autorizzati ad usare questo termine. Non hanno il permesso di dire: Padre
nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
La ragione apparente di questo è che lo Spirito
Santo non è ancora dentro? Loro così da dar loro l’autorizzazione. E’ risaputo da tutti che, quando si avvicinano
ai santi misteri, i nuovi battezzati ripetono tutti questa preghiera con
fiducia, in accordo con la tradizione tramandataci dal nostro Signore, e quindi
procedono con i santi misteri.
(Filosseno di Mabbug, Sull' inabitazione
dello Spirito Santo 1)
Il ritorno nella casa del Padre
Giacobbe ha guidato fuori le sue pecore e le
ha portate alla casa di suo padre; è stato trovato in questo ritorno a casa un
simbolo per le persone dotate di discernimento, una parabola per le persone
dotate di accorgimento: ritorniamo anche noi alla casa di nostro Padre, fratelli
miei, e non veniamo sedotti dal desiderio per questa terra di passaggio, in
forza della vera città che è nei cieli.
Benedetta è infatti quella persona che ha
visto i propri cari in essa.
(Efrem Siro, Inni sul Paradiso 14, 7)
La prima confessione cerca la riconciliazione
Padre, dice,
ho peccato contro il cielo e contro di te.
Questa è la prima confessione presso il
creatore della natura, il soprintendente della misericordia, il giudice della
colpa.
Ma sebbene Dio conosca tutte le cose (cf. Est
4, 37 Settanta; Gv 21, 17), egli attende la voce della tua
confessione. [...] Piuttosto riconosci il tuo torto, affinché interceda per te
Cristo, che noi abbiamo come avvocato presso il Padre (cf. 1 Gv 2, 1),
affinché supplichi per te la Chiesa, versi le sue lacrime il popolo. Non aver
paura di non poter conseguire quanto chiedi. Come tuo avvocato ti assicura il
perdono, come tuo patrono ti promette la grazia, e come difensore ti garantisce
la riconciliazione con la pietà patema. Abbi fede in lui peché è la verità (cf.
Gv 14, 6; 1 Gv 5, 6), fidati di lui perché è la potenza. Ha un
motivo per interporre la sua autorità in tuo favore, perché non vorrebbe essere
morto invano per te (cf. Gal 2, 21). Anche il Padre ha un motivo per
perdonarti, perché ciò che vuole il Figlio lo vuole anche il Padre.
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7, 224-225)
Ripetendo il Padre
Nostro
Ritorna al padre ed esclama: Padre, ho
peccato contro il cielo e contro di te. Attestano che il figlio più giovane
ritornò alla casa del padre e invocò Dio Padre le parole che la Chiesa
pronuncia ogni giorno, dicendo: Padre nostro, che sei nei cieli.
(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 6)
Essere figlio attraverso il battesimo
Non sono più degno di essere chiamato tuo
figlio: chi ha perduto ogni diritto non deve
esaltarsi, per poter essere sollevato per merito del suo abbassamento.
Trattami come uno dei tuoi salariati. Egli conosce bene la differenza che passa tra i figli,
gli runici, i salariati, gli schiavi.
È figlio per il lavacro, amico per la virtù, salariato
per la fatica, schiavo per il timore.
Ma anche da salariati e da schiavi si diventa
amici, secondo quanto è stato scritto: Voi siete miei amici se farete quello
che io vi comando; non vi chiamo più servii (Gv 15, 14-15).
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7, 227-228)
Correndo, il Padre inizia la riconciliazione
Cristo sceglie coloro che stanno ritti in
piedi. Alzati, dunque, vieni di corsa alla Chiesa: qui c'è il Padre, qui c'è il
Figlio, qui c'è lo Spirito Santo.
Egli ti corre incontro, perché ti ascolta
mentre stai riflettendo tra te e te nel segreto del cuore. E quando ancora sei
lontano, ti vede e si mette a correre.
Egli vede nel tuo cuore, accorre perché nessuno
ti trattenga, e per di più ti abbraccia.
Nel correre incontro c'è la prescienza, nell'abbraccio
la sua clemenza e direi quasi la viva sensibilità dell'amore paterno. Gli si
getta al collo, per sollevare chi giaceva a terra, e per far sì che chi già era
oppresso dal peso dei peccati e chino verso le cose terrene, rivolgesse nuovamente
lo sguardo al cielo, ove doveva cercare il proprio creatore. Cristo ti si getta
al collo, perché vuol toglierti dalla nuca il giogo della schiavitù e imporre sul
tuo collo un dolce giogo (cf. Mt 11, 30).
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7, 229-230)
Tollerare le trasgressioni del figlio
Gli si gettò al collo e lo baciò. Così il padre giudica, così corregge, così al figlio peccatore
dà baci, non flagelli. La potenza dell'amore non vede le colpe; e perciò il
padre riscattò i peccati del figlio con un
bacio, lo chiuse in un abbraccio per non scoprire,
lui, il padre, le colpe del figlio, per non disonorare, lui, il padre, il
proprio figlio. Il padre cura in tal modo le ferite del figlio, per non
lasciare al figlio una cicatrice, per non lasciare al figlio una macchia. Beati,
dice, quelli di cui sono rimesse le iniquità e di cui sono coperti i
peccati (Rm 4, 7).
(Pietro Crisologo, Sermoni 3, 3)
Le azioni del padre mostrano le benedizioni dell'incarnazione
Ma il padre gli va incontro, e gli va incontro
da lontano. Mentre eravamo ancora nell'empietà, Cristo è morto per noi (Rm 5,
8). Il Padre gli va incontro, gli va incontro nel cielo, quando per causa sua discende
dal cielo e giunge sulla terra. Il Padre, dice, che mi ha mandato è
con me (Gv 8, 16). Gli' si gettò al collo. Gli si gettò al collo
quando tutta la Divinità nella persona di Cristo, abbassandosi, trovò ricetto nella
nostra carne. Ascoltalo dire: Padre, come tu sei in me io sono in te, così anche
costoro siano una cosa sola in noi. E lo baciò. Quando? Quando la
misericordia e la verità si sono incontrate e la giustizia e la pace si sono
baciate (Sal 84, 11 - Settanta).
Gli diede la veste migliore, quella gloria eterna
dell'immortalità che Adamo aveva perduto. Gli pose al dito l'anello: anello
titolo di onore, segno di libertà, pegno dello Spirito, sigillo della fede,
garanzia delle nozze celesti. Ascolta l'Apostolo: Vi ho promesso ad un unico
sposo,
per presentarvi quale vergine casta a Cristo (2 Cor 11, 2). E i sandali ai suoi piedi: affinché
fossero piedi calzati per la proclamazione del Vangelo; affinché fossero
piedi beati: annunciatori di pace (Rm 10, 15).
(Pietro Crisologo, Sermoni, 5, 6)
Rimetterlo nella condizione di figlio
E mettetegli al dito l'anello. L'affetto paterno non si accontenta di ripristinare la
sola innocenza, se non restituisce anche l'antico onore. E ponetegli ai
piedi i calzari. Come ritornò povero quello che era partito ricco!
Dell'intera sostanza non riporta i calzari ai piedi. Ponetegli i calzari ai
piedi. Perché nemmeno nel piede sussistesse la vergogna della nudità del
figlio; senza dubbio perché calzato ritornasse al corso della vita precedente.
(Pietro Crisologo, Sermoni 3, 4)
Il padre accoglie il figliol prodigo al banchetto divino
come figlio
Allora egli si alzerà, andrà da suo padre e
gli confesserà: Ho peccato contro il Cielo e contro di te. Non sono più
degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
Egli, quando si sarà confessato così, sarà
considerato degno di pili di ciò per cui ha pregato. Suo padre non lo accoglie come
uno dei suoi garzoni né lo tratta come un estraneo. Oh, no, egli lo bacia come un
figlio. Lo accetta come un uomo che era morto e che ora torna alla vita. Lo ritiene
degno della festa divina e gli dà i preziosi indumenti che un tempo vestiva.
Ora ci sono canto e festa nella casa del
Signore. Quanto è accaduto è il risultato della grazia e dell'amorevole
misericordia del Padre. Egli non solo riporta suo figlio indietro dalla morte,
ma attraverso lo Spirito mostra chiaramente la sua grazia. Per rimpiazzare la
corruzione lo veste con una tunica incorruttibile.
Per soddisfare la fame, uccide il vitello grasso.
Il Padre procura scarpe per i suoi piedi, così che non viaggi più lontano.
E, cosa più meravigliosa di tutte, gli mette
un anello al dito quale sigillo divino. Con tutte queste cose, lo rigenera e
rinnova nell'immagine della gloria di Cristo.
(Atanasio, Lettera festale 7)
Cristo sacrificato per ordine del Padre
E fece uccidere per lui il vitello grasso: quello
di cui Davide cantava: E piacque al Signore più del giovenco novello che fa crescere
corna e unghie (Sal 68,32). Viene ucciso il vitello per ordine del padre, perché
Cristo Dio, Figlio di Dio, non avrebbe potuto essere ucciso contro la volontà
del Padre. Ascolta l'Apostolo: Egli non risparmiò il proprio Figlio, ma lo
diede per tutti noi (Rm 8, 32). Questo è il vitello che ogni giorno e
perennemente viene immolato per il nostro banchetto.
(Pietro Crisologo, Sermoni 5,6)
Il sacrificio di Zaccaria
Secondo quanto si trova in Luca, il Vangelo, avendo
un carattere sacerdotale, è iniziato con il sacerdote Zaccaria intento a fare
un sacrificio a Dio. Era già stato preparato il vitello ingrassato che doveva essere
sacrificato per il ritrovamento del figlio minore.
(Ireneo, Contro le eresie 3, 11, 8)
Adamo, perduto nel peccato, è ora trovato in Cristo
Ma il padre fa festa perché il figlio era perduto
ed è stato ritrovato, era morto ed è tornato in vita. Va perduto solo
colui che già era; non può perire chi mai non fu. Pertanto le Genti non sono,
il Cristiano invece è, secondo quanto prima è stato detto: che Dio ha scelto
le cose che non sono per annientare le cose che sono (1Cor 1, 28). Anche
qui, tuttavia, in quel solo si può vedere la intera figura del genere umano. Adamo
fu, e noi tutti fummo in lui; Adamo andò perduto, e in lui tutti perirono (cf. 1
Cor 15, 22).
(Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo
Luca 7, 234)
15, 25-32 Il fratello maggiore e il Padre misericordioso
Il fratello maggiore non rappresenta Israele
Se qualcuno dicesse che il figlio virtuoso e sobrio
rappresenta Israele secondo la carne, noi non potremmo essere d'accordo con
questa opinione. In nessun modo è adeguato dire che Israele ha scelto una vita
irreprensibile. Dal principio alla fine di tutta la Scrittura ispirata, vediamo
che essi sono accusati di essere ribelli e disobbedienti [...].
Io penso che sia giusto menzionare anche questo.
Alcuni riferiscono alla persona del nostro Salvatore il vitello grasso che il padre
ha ucciso quando suo figlio è stato chiamato alla conversione.
[...] Se qualcuno immagina che il figlio virtuoso
e sobrio significhi Israele secondo lo spirito, come potrebbe Israele dire con
onestà che non gli ha mai dato un capretto? Che lo si chiami vitello o capretto,
Cristo deve essere inteso quale sacrificio offerto per i peccati. Egli non è stato
sacrificato solo per i Gentili, bensì avrebbe dovuto redimere anche Israele, che
a causa del suo frequente trasgredire la Legge ha riversato su di sé molto biasimo.
Il santo Paolo lo testimonia dicendo: Per questo motivo anche Gesù, che avrebbe
dovuto santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori dalla porta (Eb 13, 12).
(Cirillo di Alessandria, Commento a Luca, omelia
107)
I Giudei al di fuori della Chiesa dei Gentili
Ma il fratello maggiore, ma il figlio maggiore,
venendo dal campo – popolo legale, la messe è molta, ma i mietitori sono
pochi (Lc 10, 2), ode la musica nella casa paterna, ode le danze, e non vuole
entrare. Vediamo questo ogni giorno con i nostri occhi: infatti il Giudeo è venuto
alla casa ·paterna, cioè alla Chiesa; se ne sta fuori per gelosia, ascolta
l'arpa davidica suonare, ascolta la musica proveniente dal gruppo dei profeti,
ascolta le danze dalla varia assemblea dei popoli, e non vuole entrare per
gelosia. Standosene fuori, mentre secondo i costumi d'un tempo giudica il fratello
pagano e ne prova orrore, si priva egli stesso dei beni paterni, egli stesso si
esclude dalle gioie del padre.
(Pietro Crisologo, Sermoni, 5, 7)
Il fratello maggiore è sempre con il padre
Il padre esce e dice al figlio: Figlio, tu
sei sempre con me. In che modo? Attraverso Abele, Enoc, Sem, Noè, Abramo, Isacco,
Giacobbe, Mosè e tutti i santi, attraverso i quali deriva la generazione giudaica,
di cui abbiamo letto nel Vangelo, quando dice: Abramo generò Isacco, Isacco generò
Giacobbe.
(Pietro Crisologo, Sermoni 5, 7)
Cristo era nato per il fratello maggiore
E tutti i miei beni sono tuoi. In che modo? Perché per te è la Legge, per te è la profezia,
per te il tempio, per te il sacerdozio, per te i sacrifici, per te il regno,
per te - e questo vale più di tutto - è nato Cristo.
Ma poiché tu per gelosia vuoi lasciare alla perdizione
tuo fratello, non sei degno di avere i banchetti paterni, le gioie paterne.
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