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La guerra e la PACE nella Bibbia

Piccolo luogo di preghiera e studio: "pietrangolare".:
In un mondo che continua a essere afflitto dalla guerra, la Bibbia può darci maggiore chiarezza, aiutandoci a capire e riflettere profondamente.

La guerra e la PACE nella Bibbia (alcune citazioni) 

Sarebbe inutile negare che c’è anche molta guerra nella Bibbia, e che a volte sembra essere approvata. Anche perché era una realtà quotidiana:

L’anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre… (2 Samuele 11:1)

 

Ci sono vari aspetti della guerra nella Bibbia:

La guerra fisica, in cui Dio combatte dalla parte di Israele (es. Giosuè 1:3-6) ma la disubbidienza di Israele a volte porta Dio a smantellarne i piani militari (es. Giosuè 7:1-5) o a non difenderla da invasori esterni.

Un’immagine per descrivere l’azione di giudizio di Dio (es. Salmo 18:7-15)

Il combattimento spirituale, non fisico, descritto soprattutto da Gesù e dagli apostoli (Giovanni 16:33; Efesini 6:10-18; 1 Pietro 5:8, 9; Romani 13:12; 1 Tessalonicesi 5:8)

Il conflitto che porta alla distruzione finale di tutto il male (es. Apocalisse 19:11-16)

 

Anche all’interno della prima parte della Bibbia (l’Antico Testamento), dove sembra esserci la più forte approvazione della guerra, il suo uso rimane limitato a periodi di tempo particolari e, di fondo, permane un forte orientamento di rifiuto al militarismo.
Per esempio:

Al popolo d’Israele viene spesso detto che la battaglia non è loro ma di Dio (es. Esodo 14:14, 25).

Crudeli signori della guerra sono sconfitti e uccisi da donne che usano strumenti domestici (Giudici 4:21, 9:53).

A Gedeone viene detto che ha troppi soldati per la vittoria (Giudici 7). 

A Davide viene proibito di costruire il Tempio perché ha versato troppo sangue (1 Re 5:3; 1 Cronache 22:8).

Spesso Dio prende provvedimenti diretti per evitare le battaglie (2 Re 6 e 7).

 

Al tempo di Gesù, Israele non era più una teocrazia governata da un re, ma uno stato vassallo governato dalla tirannica Roma. In quel contesto oppressivo, con il popolo ebraico che ribolliva di risentimento e di rivolta, Gesù mette a tacere a qualsiasi pretesa di vendetta o di violenza contro i propri nemici:

 

Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.
(Matteo 5:43, 44)

 

Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica.
(Luca 6:27-29)


Queste parole riecheggiano in quelle scritte dall’apostolo Paolo:

Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
(Romani 12:17-21)

 

Più avanti nella stessa epistola esorta: 

Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. (Romani 14:19).

 

Lo scrittore di Ebrei incoraggia: 

Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore. (Ebrei 12:14)

 

Giacomo, apostolo e fratello di Gesù, scrive una meravigliosa promessa: 

Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace (Giacomo 3:18). È un fatto tragico che in certi momenti la cristianità abbia considerato la conquista militare come un mezzo accettabile per espandersi, in altre parole, come uno strumento di “missione”. Tutto ciò è qualcosa di indifendibile. Altrettanto terribili sono state le persecuzioni messe in atto contro coloro che erano in disaccordo teologico.

 

Tuttavia, in molti altri momenti della storia, i cristiani sono stati crudelmente perseguitati e si sono distinti per il loro rifiuto di vendicarsi.

Soprattutto nei primi anni della Chiesa, si capiva che la professione della fede cristiana escludeva l’uso della violenza. Verso la fine del secondo secolo, Tertulliano scrisse:

 

Come farà un uomo cristiano a fare la guerra senza la spada che il Signore Gesù stesso ha tolto? Perché il Signore, disarmando Pietro, ha disarmato ogni soldato.

Spesso per motivi culturali o per simpatie politiche, tra credenti ci sono dibattiti su quanto una guerra possa essere considerata “giusta” o meno. Non li affronteremo qui nel dettaglio, con le righe fin qui scritte c’è molto su cui riflettere.

 

Come discepoli di Gesù la nostra principale preoccupazione è ubbidire alle Sue parole ed essere “operatori di pace”: prima di tutto favorendo la pace tra gli uomini e Dio, l’unico capace di cancellare il peccato che è la causa ultima di ogni guerra (su piccola e grande scala).

 

La Bibbia non è utopista, perché è chiaro che finché ci saremo noi uomini a gestire le cose ci saranno guerre, sarà alla fine della storia che finalmente si realizzerà la pace definitiva, quella in cui “una nazione non alzerà più la spada contro un’altra e non impareranno più la guerra” (Isaia 2:4).

 

Oggi però qual è il nostro compito? Capire cosa succede, sensibilizzare verso la sofferenza degli innocenti, comunicare la pace che soltanto Dio può dare con le nostre parole e le nostre azioni, sostenere chi è nei teatri di guerra annunciando la Parola della Vita e dando aiuto pratico a tutti, e (ultimo ma non meno importante) pregare, che per noi non è una parola vuota, ma un’azione tangibile.

 

Abbiamo la possibilità di testimoniare in tanti del Principe della Pace fino al giorno in cui Lui stesso farà sì che gli uomini “trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci”.


Parlano di pace vogliono la guerra; Ger 6, 9-14:
9Così dice il Signore degli eserciti:
"Racimolate, racimolate come una vigna
il resto d'Israele;
stendi ancora la mano verso i tralci
come un vendemmiatore".
10A chi parlerò,
chi scongiurerò perché mi ascolti?
Il loro orecchio non è circonciso,
non sono capaci di prestare attenzione.
La parola del Signore è per loro oggetto di scherno,
non ne vogliono sapere.
11Perciò sono pieno dell'ira del Signore,
non posso più contenerla.
"Riversala sui bambini nella strada
e anche sul gruppo dei giovani,
perché saranno presi insieme uomini e donne,
l'anziano e il decrepito.
12Le loro case passeranno a stranieri,
insieme con i loro campi e le loro donne,
perché io stenderò la mano
sugli abitanti della terra".
Oracolo del Signore.
13Perché dal piccolo al grande
tutti commettono frode;
dal profeta al sacerdote
tutti praticano la menzogna.
14Curano alla leggera la ferita del mio popolo,
dicendo: "Pace, pace!", ma pace non c'è.

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